Due Comuni contro la metanizzazione: sogno ‘verde’ per Villanovaforru e Olzai

Sono solo due. Due su 377. Eppure la decisione di Villanovaforru e Olzai sta facendo discutere. I due Comuni dell’Isola – l’uno di 680 abitanti nel Sud Sardegna, l’altro di 829 residenti nella Barbagia di Ollolai – si sono schierati contro la metanizzazione attraverso una delibera votata dalle rispettive assemblee civiche. Il documento da un lato mette nero su bianco la volontà di non aderire alla futura rete di distribuzione e dall’altro invita la Regione a pensare un’alternativa al gas puntando sulle energie rinnovabili.

La posizione di Villanovaforru e Olzai è significativa perché quest’anno, come annunciato a dicembre dalla Giunta di Christian Solinas, il metano raggiungerà le prime case. Gli allacci per 4.500 utenze sono previsti in primavera a Quartu, Quartucciu, Monserrato, Settimo e Sinnai. I cinque Comuni verranno collegati al bacino 33 della rete. A giorni dovrebbe aprire il cantiere in via della Musica, proprio a Quartu, dove sarà realizzata uan cabina di miscelazione, penultimo passaggio prima degli alòlacci. L’intervento, che vale 900mila euro, sarà realizzato dalla società di bacino della Isgas, ovvero la concessionario pubblica che sino al 2032 erogherà il gas nei cinque centri dell’hinterland cagliaritano.

Villanovaforru e Olzai, invece, non vogliono questa soluzione. E nella delibera, sostenuta dall’Isde, l’Assocazione dei medici per l’ambiente, il progetto energetico dell’Isola è considerato “dannoso”. Questo perché “anche il metano – si legge – è un gas climalterante”, cioè per sua natura “cattura e trattiene il calore”. Invece “attraverso l’accordo sul clima di Parigi, sottoscritto il 4 novembre 2016, tutti i Paesi dell’Onu si sono impegnati a limitare le emissioni nocive nell’aria in modo da contenere l’incremento della temperatura globale”.

Villanovaforru e Olzai recuperano poi i numeri dell’attuale produzione energetica per dimostrare che la Sardegna può puntare sull’autosufficienza. È scritto ancora: “La Sardegna, attraverso il cavo Sapei, esporta ogni anno tra i 2,7 e i 4 terawattora e si tratta di quantità che equivalgono tra il 30 e il 46 per cento del fabbisogno isolano. Questa energia – si legge ancora – è prodotta per il 70 per cento attraverso combustibili fossili, eppure si assiste a una costante riduzione di domanda, ciò che rende di fatto inutile gran parte della potenza delle realative centrali”.

Quanto al progetto specifico, i due Comuni puntano il dito sul fatto che per la distribuzione del metano si vogliono costruire “due centrali con il ruolo di regolazione della rete“, quando “invece la stessa funzione può essere svolta dall’impianto idroelettrico del Taloro o attraverso il cavo Sapei”. Ancora: “Gli scavi per la realizzazione delle condotte interessano centinaia di fondi coltivati, come uliveti, vigneti, seminativie colture orticole, e decine di ettari di aree boschive per le quali sono previsti tagli. interferendo così nell’equilibrio degli ecosistemi naturali”.

La delibera firmata dai Consigli comunali di Villanovaforru e Olzai è lunga e articolata. Trova spazio anche un’ampia disamina sullo stato delle autorizzazioni nonché sui modelli di approvigionamento del gas. Aspetti tecnici in cui, tra le altre cose, viene osservato che “al metano non sono associati benefici economici né per quanto riguarda la generazione di energia elettrica né per quella termica (qui il documento completo per gli approfondimenti).

[Foto d’archivio]

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