Concessioni balneari, Verdi all’attacco: “Governo svende spiagge Porto Cervo”

Nella Manovra finanziaria del governo non solo è prevista la proroga alla direttiva Bolkestein di 15 anni, ma anche il via libera a nuove concessioni demaniali sulle spiagge italiane, il salvataggio di ville, cottage residenziali sulle spiagge e il mantenimento delle strutture che per legge dovrebbero essere eliminate: lo ha denunciato Angelo Bonelli, leader dei Verdi che inserisce tra i territori a rischio la Costa Smeralda. “È l’assalto al territorio da parte di questo governo giallo-nero: dall’albergo di lusso di Cala di Volpe, che ha in concessione a Porto Cervo, in Sardegna, l’esclusiva spiaggia di Liscia Ruja per la cifra di 520 euro l’anno, fino al Twiga della Santanchè per un canone di 16mila euro l’anno che si trovano sul demanio marittimo, trarranno beneficio da queste norme”, sostiene Bonelli.

La misura è contenuta negli emendamenti dal 386 bis al 386 duodecies che prevedono di riformare entro 120 giorni – spiega Bonelli – la normativa sul demanio marittimo, istituendo il rating sulle spiagge italiane: “Le spiagge diventano definitivamente una merce sottoposta ai meccanismi del rating e le ultime spiagge libere sopravvissute al cemento verranno così sottoposte ad ulteriore cementificazione e privatizzazione (il 60 per cento delle nostre coste è compromesso), si prorogano le concessioni demaniali senza adeguarne i canoni che vengono pagati allo Stato che incassa dalle concessione demaniali solo 103 milioni di euro a fronte di un’evasione, secondo l’agenzia del demanio del 50 per cento: attualmente si paga solo 1,27 euro per metro quadro l’anno per la parte non ricoperta da strutture”, aggiunge. Insomma, “con queste norme si svendono le spiagge a quelle lobby che da anni hanno occupato arenili sottraendole alla pubblica fruibilità, alla visibilità e all’accesso al mare come nel caso di Ostia. Si sta preparando la strada alla sdemanializzazione ovvero alla svendita di un bene comune come le spiagge del nostro paese altro che Bolkestein”, conclude Bonelli.

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