Ottobre sarà per l’isola un mese di grandi incontri nell’ambito di Éntula, Festival Letterario Diffuso curato dall’associazione culturale Lìberos. Al Festival saranno ospiti gli autori Viviana Mazza, Ricardo Coler e Stefano Bartezzaghi.
Giovedì 3 ottobre, nell’aula consiliare di Valledoria alle ore 11, l’incontro con Viviana Mazza – giornalista del Corriere della Sera – autrice di ‘Storia di Malala‘ (Mondadori) sarà l’occasione per raccontare ai lettori di Valledoria e Fordongianus la storia di una ragazza coraggiosa che in Pakistan, per difendere ciò in cui credeva, ha messo a rischio la sua vita. Realizzato in collaborazione con l’Istituto comprensivo Deledda di Valledoria. Venerdì 4, la storia di Malala, candidata al Nobel per la Pace, verrà proposta ai lettori di Fordongianus che a partire dalle 19 si ritroveranno nella Casa Aragonese. Insieme all’autrice Viviana Mazza interverrà Roberta Balestrucci.
Venerdì 4 ottobre a Isili ci sarà il secondo ospite internazionale Ricardo Coler – medico, fotografo e scrittore argentino che ha attraversato il mondo per conoscere il popolo che il matriarcato lo pratica per davvero. Parlerà del suo libro ‘Il regno delle donne‘, edito da Nottetempo, alle 17 in compagnia di Francesco Mastinu in piazza San Giuseppe. Sabato alle ore 10, invece, sarà prima casa Cherchi a Neoneli ad accogliere l’autore insieme a Lucia Cossu poi alle 18 Pozzomaggiore aprirà le porte del Museo del cavallo per ospitare l’incontro a cura dell’associazione Isperas. Domenica tappa a Fonni alle ore 18 nella sala congressi della Basilica dei Martiri (con Lucia Cossu), lunedì alle 18,30 a Nuoro (Caffè Tettamanzi con Manuelle Mureddu) e martedì a Sassari con Lalla Careddu, nell’aula Eleonora, in piazza Università alle 18,30.
Sabato 5 ottobre a Samugheo a partire dalle 18.00 ella sala convegni del Murats (Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda) ospite l’enigmista e saggista Stefano Bartezzaghi che nel suo ‘Il falò delle novità‘ (Utet) ridefinisce il concetto di creatività ai tempi degli smartphone e dei social network con Gianni Cossu
Gli autori
Stefano Bartezzaghi (Milano, 1962) viene da una famiglia di enigmisti – il padre, Piero, era un famoso cruciverbista – e come autore ha esordito con un rebus nel 1971. Collabora con la Repubblica con rubriche di giochi (Lessico e nuvole) e di linguistica (Lapsus). Per Einaudi ha pubblicato Sfiga all’ok Corral (1998), Lezioni di enigmistica (2001), Incontri con la Sfinge (2004), L’Orizzonte verticale (2007 e 2013), La posta in gioco (2007), il racconto Variazioni (nel volume collettivo Questo terribile, intricato mondo, 2008), Scrittori giocatori (2010), Una telefonata con Primo Levi (Fuori collana, 2012), Dando buca a Godot. Giochi insonni di personaggi in cerca di aurore (Stile libero 2012). Nel 2013 è uscito per Utet Il falò delle novità.
Il libro: Il falò delle novità (Utet). Scintilla sul fondo grigio della vita ordinaria, sveglia che interrompe il torpore del pensiero, guizzo di fantasia nel realismo e incursione della realtà nella fantasia: la creatività è un concetto ammaliante e contraddittorio, divenuto ormai mitico, incrostato com’è dei nostri pregiudizi, sogni e velleità. Indefinibile, la creatività per alcuni si può soltanto mostrare. Stefano Bartezzaghi invece vuole dirne qualcosa e perciò ha ordito questo mosaico di riflessioni colte e divertenti, in cui ha radunato aforismi e inedite digressioni, tweet e interviste, letture e citazioni con cui ha dato la parola a “creativi” d’eccezione – da Zadie Smith a Fanny & Alexander, da Omero e Ovidio a David Foster Wallace – alternando teoria e letteratura, intrecciando la leggerezza di Calvino e l’inventiva di Munari, giocando. Ed è proprio un gioco collettivo a infiammare la miccia del Falò: più di cento tweet sulla creatività, raccolti, vagliati, dipanati da Bartezzaghi come fili di una matassa multicolore. Affascinante quanto un enigma per solutori oltremodo esperti, la creatività si rivela così una macchina magica ma anche infida. Pare sfuggire a ogni logica per consolarci di un destino da carrieristi e consumisti, additandoci suggestivi e gratificanti orizzonti: ma essa stessa è, almeno in parte, un’illusione consumistica. Eppure la sua retorica e la sua mitologia parlano anche della necessità di saper sempre rinnovare il nostro sguardo sul mondo, sulle nostre abitudini e relazioni con gli altri, con un lampo di ironia e di straniamento, di riso e di eros, di divertimento, di gioco. Anche da un’illusione, se non la scambiamo per una magia vera e propria, si può infatti imparare qualcosa.
Ricardo Coler è un medico, fotografo e scrittore argentino. I suoi reportage di viaggio sono stati pubblicati con successo in molti paesi. In Italia è Nottetempo a pubblicare il suo Il regno delle donne.
Il libro: Il regno delle donne (Nottetempo). Il medico argentino Ricardo Coler viaggia nella provincia cinese dello Yunnan fino alle remote sponde del Lago Lugu per conoscere i Mosuo, una delle piú pure culture matriarcali al mondo. In questa regione appartata vive una comunità gestita dalle donne, che amministrano l’economia, il lavoro e la vita famigliare, non hanno compagni fissi, ignorano il legame matrimoniale e la figura paterna. In famiglie dominate esclusivamente da madri e nonne, lo scrittore incontra uomini che ai privilegi femminili si sono felicemente adeguati, con poche responsabilità, nessuna iniziativa o spinta alla competizione, e molto tempo per giocare a mahjong, oziare e fumare in riva al lago. Un mondo in cui i dissidi sono guardati con imbarazzo, la violenza è praticamente sconosciuta e la vita prende una piega impensabile in una società patriarcale, una vita che neanche Mao Tse-Tung, l’omologazione comunista e la spinta alla modernizzazione sono riusciti a cambiare.
Viviana Mazza è una giornalista del Corriere della Sera. Scrive per la redazione esteri, seguendo storie di donne e di uomini dall’Alaska al Pakistan.
Nel 2010 ha vinto il Premio giornalistico Marco Luchetta dedicato ai bambini vittime della guerra. È tra le prime in Italia a raccontare con professionalità e passione la storia di Malala Yousafzai, la bambina pakistana diventata simbolo della lotta per il diritto allo studio delle bambine che venne ferita da un colpo di pistola alla testa per mano dei talebani sul pullman che la riporta a casa da scuola e che ora è candidata al Nobel per la Pace. Storia di Malala è pubblicato da Mondadori.
Il libro: ‘Storia di Malala’ (Mondadori). Malala ha solo undici anni quando decide di alzare la voce. E ne ha quindici quando, in un giorno come tanti, mentre insieme alle sue amiche sta andando a scuola, i talebani tentano di ucciderla. Perché? Nel suo Paese, il Pakistan, si è scontrata contro chi vuole togliere alle ragazze e alle donne i loro diritti. Con l’appoggio della sua famiglia, Malala ha scelto di urlare il suo “no”. Poco più che bambina, ha lottato senza armi né violenza, ma con il coraggio delle parole e dell’istruzione, con la forza della verità e dell’innocenza. A metà tra il documentario e il diario, attraverso gli occhi di Malala e il cambio delle stagioni nella valle di Swat, scopriamo la vita e le paure, le amicizie e i sogni di una ragazza lontana eppure vicinissima. La storia di Malala Yousafzai, la più giovane candidata al Nobel per la pace, è stata raccontata dai giornali e dalle televisioni di tutto il mondo.