A Cagliari venerdì 20 settembre alle ore 21.00, presso il Museo Lazzaretto, in programma: “ Tartit in concerto“.
Si tratta di un evento a sfondo benefico promosso da Claudia Zuncheddu e collegato alla mostra “Africana: Magie, Culture, Colori”, allestita negli stessi locali del Museo a sostegno del progetto “Una scuola per i piccoli Tuareg del Mali” dell’Associazione Azalai. Prima del concerto, a partire dalle 19.00, Claudia Zuncheddu condurrà una visita guidata della Mostra “Africana”
IL GRUPPO MUSICALE
I Tartit (in lingua tuareg significa “unione”) sono un gruppo musicale della regione di Timbuctu, nel nordest del Mali. Il gruppo è composto da cinque donne e quattro uomini, appartenenti all’etnia Tamasheq della confederazione Kel Antessar. Si sono incontrati in un campo profughi in Burkina Faso, dove la loro musica divenne un mezzo di sopravvivenza di fronte ai problemi economici, politici e sociali delle zone aride.
Nel dicembre 1995, pochi mesi dopo la loro formazione, i Tartit fecero il loro concerto di debutto al MASA Trade Fair for African Arts tenutasi a Abidjan in Costa d’Avorio. Nello stesso anno il gruppo ha partecipato al “Festival delle Voci di Donne” a Liegi, in Belgio. A partire da questo evento i Tartit presto raggiunsero una notevole visibilità internazionale, contribuendo a diffondere la conoscenza della cultura e della lingua tuareg in tutto il mondo. Nel 1998 effettuarono un tour attraverso l’Europa e nel 2000 furono in tour nel Nord America. Al Womad Festival di Seattle, dopo aver eseguito il loro repertorio, cantarono sul palcoscenico assieme ai colleghi del Mali Ali Farka Touré e Afel Bocoum. Al Desert Music Festival di Essakane si esibirono ancora con Touré e Bocoum, ma anche con i Tinariwen, Robert Plant, Oumou Sangaré, Lo’Jo e Baba Salah. Nel 1997 i Tartit hanno pubblicato il loro primo album Amazagh, seguito da Ichichila (2000) e Abacabok (2006). Nel 2006, si sono uniti a Afel Bocoum e Habib Koité per formare un collettivo, Deserto Blues. Nel 2010 hanno partecipato alla rassegna Artintown a Torino.
LA MOSTRA “AFRICANA: MAGIE, CULTURE, COLORI”
Inaugurata il 1° agosto al Lazzaretto di Cagliari, la grande mostra etnografica “Africana: Magie Culture Colori” raccoglie oltre settecento oggetti e documenti per raccontare il mondo del continente africano in tutti i suoi aspetti, dalla vita quotidiana alla religione, dal commercio ai viaggi passando per spiritualità, magia e tradizione.
Gli oggetti in mostra fanno parte della collezione privata di Claudia Zuncheddu, medico cagliaritano che ha da anni ha instaurato un lungo e intenso rapporto professionale e umano con diverse popolazioni subsahariane.
La collezione è frutto di una raccolta spontanea nata dai contatti continui con questi popoli: oggi si compone di circa duemila pezzi che appartengono alla sfera quotidiana e al mondo dei commerci. In mostra armi, tende, tessuti e utensili di uso domestico, prodotti in pelle come le selle dei cavalli e dei dromedari; non mancano gioielli antichi e le preziose perline di vetro, che per secoli hanno animato gli scambi in tutto il continente.
Un’ampia sezione della mostra è dedicata alla cultura dei Tuareg che attualmente lottano per la libertà e l’autodeterminazione: negli ultimi anni i Tuareg sono stati oggetto di repressione culturale e politica da parte del governo nigeriano e dei gruppi fondamentalisti, responsabili di genocidi e devastazioni. Grande spazio anche per l’arte della tessitura Dogon e per le vie dei commerci delle perline di vetro, ceramica, ambra e cauri.
Claudia Zuncheddu si è occupata di studi antropologici su popolazioni del Niger e sui Pigmei del monte Ojo, ha soggiornato nella Repubblica Popolare del Congo per una ricerca sull’AIDS; ha curato progetti per l’Africa su salute, istruzione e scuola nell’ambito di un più ampio processo di rinascita per regioni devastate dalla crisi e dall’impoverimento, di cui l’Occidente con il neocolonialismo continua ad avere responsabilità. Da tempo ha un forte legame con i Tuareg, nomadi del deserto.
La mostra al Lazzaretto, curata dall’associazione Azalai, rimarrà aperta fino 5 gennaio 2014 e si inserisce all’interno di un più ampio progetto di scolarizzazione per i piccoli Tuareg del Mali, attualmente rifugiati in Mauritania e Burkina Faso.