‘Parallelismi’, la personale di Sau e Luciani all’Exmà a Cagliari

Sabato 7 settembre alle ore 19 nella sala della Torretta del Centro Comunale d’Arte e Cultura Exmà di Cagliari ci sarà l’inaugurazione di ‘Parallelismi‘, con gli artisti Alessandro Sau e Gemis Luciani, organizzata con il contributo dell’Associazione Progetto Contemporaneo.

La mostra è il primo appuntamento di una rassegna di arte contemporanea che si svolgerà sino al 14 gennaio 2014, sempre nella Sala della Torretta, dal 12 al 27 ottobre con Enrico Pitzianti, dal 15 novembre al 1 dicembre con Cristina Meloni, dal 6 al 22 dicembre con Paolo Carta e infine dal 28 dicembre al 12 gennaio 2014 con Carlo Spiga.

La scelta del titolo Parallelismi è stato scelto dagli artisti per presentare al pubblico un percorso visivo fatto di accostamenti e avvicinamenti senza incidenze.
I Mandala di Alessandro Sau e i Marginal Compositions di Gemis Luciani instaurano un dialogo tra astratto e figurativo che sposta l’interesse oltre la superficie dell’immagine. Emerge così un’attenzione per la processualità e la costruzione dell’opera. L’obiettivo degli artisti è di pensare la diversità dei codici visivi come apparenza da superare per liberare il potenziale narrativo dell’immagine.
Concepita come oggetto che testimonia di una visione del mondo, l’opera è il momento finale di un processo di organizzazione di segni e produzione di senso che riparte negli occhi dello spettatore.

La definizione della mostra e del loro progetto sta nelle parole degli stessi artisti: Parallelismi è una mostra parallela o meglio binaria, come binaria è la struttura visiva delle opere stesse. La struttura doppia di ogni parallelismo comporta la scelta di una tecnica e di una superficie che viene utilizzata per essere negata. L’immagine della carta stampata si annulla nella propria piega contenendo però la sua stessa immagine. L’immagine dipinta si annulla nel liquido vischioso della lumaca che mangia la carta e trascina via il colore pur lasciando intatto il senso figurativo dell’immagine. La superficie della carta stampata viene toccata e piegata secondo una modalità che ripropone un instabile parallelismo tra superficie e forma. La superficie della carta dipinta diventa spazio d’azione per il movimento distruttivo e scatologico delle lumache.
In entrambi i casi le opere trattengono la superficie, ma la declinano nello spazio. Attraverso la metodologia della piega una categoria estetica nasconde e svela l’altra escludendo la singolarità del pensiero estetico: la rappresentazione svela l’astrazione e viceversa, il razionale svela l’irrazionale e viceversa, il bello svela il brutto e viceversa. Attraverso l’uso delle lumache una categoria estetica nasconde e svela l’altra escludendo la singolarità del pensiero estetico: la rappresentazione svela l’astrazione e viceversa, il razionale svela l’irrazionale e viceversa, il bello svela il brutto e viceversa.
Figlie di una progettualità che procede in senso binario o parallelo queste opere non rappresentano solo quello che si è creato, ma anche quello che si è distrutto.

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