Al via il Sardinia Reggae Festival 2013

Il Sardinia Reggae Festival è un evento internazionale di musica pensato per tutti gli amanti della Reggae music che si svolge dal 2008 nel Nord Sardegna, nella provincia di Sassari. L’idea di questo evento nacque dalle menti dei membri dell’assocazione culturale “Sardinia Reggae” in un momento in cui il reggae stava avendo un nuovo slancio soprattutto a livello isolano con la crescita dei gruppi sardi e l’accessibilità delle grandi stelle giamaicane e britanniche.

In questi sei anni hanno cambiato ben quattro location: le prime tre edizioni si sono svolte a Banari, poi sono arrivate Nulvi, Platamona e quest’anno tocca a Cargeghe. Tanti i gruppi e i cantanti che si sono esibiti: dai sardi Train To Roots, Arawak, Zaman, Islasound, Dub In Island, Mamavibe ai grandi ospiti come General Levy, Twinkle Brothers, Anthony Johnson, Alborosie, Anthony B, Black Roots. E quest’anno la line up è ancora più corposa ed interessante per la varietà che propone tra i concerti nel main stage e le selezioni della dancehall.
L’edizione 2013 si svolgerà dall’1 al 4 agosto a Cargeghe, piccolo paesino di poco più di seicento abitanti, per una quattro giorni di buone vibrazioni. A presentare l’evento l’associazione organizzatrice, Sardinia Reggae.

Sesta edizione del Sardinia Reggae Festival. A guardarvi indietro quanta esperienza avete maturato? Vi sentite soddisfatti di quanto messo in piedi in questi anni?
Assolutamente. Pochi giorni fa riflettevamo su quali fossero i nostri sogni fino a pochi anni fa. Viaggiavamo per l’Europa inseguendo festival, concerti e dancehall meditando di importare tutto questo in Sardegna. Riprendendo in mano le locandine dei primi festival e riguardando i video, solo oggi ci rendiamo conto di quanto abbiamo fatto. Ancor prima di essere orgogliosi degli artisti portati in Sardegna, siamo orgogliosi di aver fatto arrivare fin qui giovani da mezza Europa e di aver dato un alternativa concreta ai ragazzi Sardi che come noi erano costretti a viaggiare tantissimo per vedere i propri idoli musicali. Riguardo l’esperienza, come ogni processo di crescita, si sviluppa anno dopo anno. Siamo assolutamente realisti, dopo 6 anni il Sardinia Reggae Festival è una realtà importante ma vuole maturare ancora. L’impegno è e sarà massimo.

Dopo Banari, Nulvi e Platamona, quest’anno tocca a Cargeghe. Come scegliete le location? L’idea originaria era quella di rendere il festival itinerante?
L’idea originale è sempre stata quella di inserire la rassegna all’interno di un piccolo centro abitato, in modo che si potesse favorire lo scambio culturale tra la nostra tradizione e la curiosità dei nostri visitatori. I primi anni di Banari e Nulvi sono stati esemplari da questo punto di vista, quella di Platamona è stata un parentesi molto apprezzata, che ci ha ricordato un’aspetto fondamentale del nostro territorio, ovvero il mare. Torniamo alla dimensione paesana con Cargeghe, un centro che fin da subito ha dimostrato interesse per l’evento e che si prepara con grande disponibilità ad aprire le proprie porte al festoso popolo del sardinia reagge festival. Proprio questa grande disponibilità ha fatto si che l’associazione Sardinian reggae decidesse per questa location.

Quali sono le novità di quest’anno rispetto agli scorsi? Qual è il vostro obiettivo?
Quest’anno avremo un interessantissima novità. Durante le ore diurne, avremo un area chiamata “roots corner” dedicata a tutti quei sound che suonano la propria musica utilizzando il vecchio e fedele vinile. Il sound system che diffonderà la musics sarà totalmente sardo, una bella conquista! Ricerchiamo in questo modo le profonde radici del roots reggae.

Certamente suscita un bel revival la presenza di Mad Professor. Come avete contattato gli ospiti di quest’anno? Che idea di base avevate?
Mad Professor artisticamente parlando, è in Inghilterra fulcro e fonte per tantissimi artisti. Meriterebbe davvero un capitolo a parte, chi ha visto le sue performance ai controlli può garantirlo! La Lineup 2013 come sempre è stata pensata tenendo conto di tutte le sfaccettature del reggae che il nostro pubblico apprezza. Ci saranno i big indiscussi come Israel Vibration, Don Carlos e Capleton, ma anche rivelazioni recenti come Jahcoustix che con il suo ultimo lavoro “Frequency” ha avuto un approvazione unanime da parte della critica. Non mancherà la schiera sarda come sempre, grande spazio verrà dato all’energia della dancehall con Pow Pow Movement, uno dei sound più ricercati d’Europa e i big come Iration Steppas e Sound Trooper. Insomma… ce n’è davvero per tutti.

Come pensate si stia sviluppando il panorama sardo attuale? La scena è florida o l’interesse è scemato verso il genere e verso i gruppi nostrani?
L’offerta musicale è vastissima, negli ultimi tempi non solo sono nati, ma sono maturati tantissimo i gruppi e sound sardi e con loro il pubblico. Oggi non rileviamo meno interesse, negli eventi singoli, rileviamo probabilmente un andamento altalenante nei numeri. Non è facile capirne i motivi ma rispetto al Sardinia reggae festival il numero dei visitatori è in costante crescita e anche quest’anno, ad ora, abbiamo rilevato un aumento del circa 20% riguardo il numero di abbonamenti venduti in prevendita.

Un aneddoto delle scorse edizioni lo avete? C’è qualcosa che vi è rimasto il mente di particolare?
Di aneddoti potremmo riempire le pagine… Sicuramente uno dei momenti più goliardici e diversi da quanto si può vedere in altri festival è la chiusura: dopo la dancehall della domenica, quando il sole torna sopra le nostre teste e il caldo avanza, l’appuntamento è al chiosco per una gara da guinness world record… vedere per credere! Se dobbiamo fare una menzione per qualcuno/qualcosa oggi ci sentiamo di farla a YT e al nostro pubblico. Il primo, oramai sardo di adozione, è un artista Inglese che dal primo anno ci segue e che noi ospitiamo con grande rispetto. La reggae massive invece, senza alcuna retorica, è la prima ragione per la quale organizziamo ogni anno tutto questo.

Simone Spada

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