Zenga festeggia cento panchine in A: ‘Con il Lecce dobbiamo dare il massimo’

Domani sarà la centesima gara di Walter Zenga in serie A: “Cento panchine sono tanta roba – ha detto nella conferenza stampa di presentazione della gara contro il Lecce – magari sarebbero state anche di più se fossi stato più paziente. Anche se devo dire che tra esperienze all’estero e coppe penso di essere vicino alle 500 panchine”. Il mister non nasconde un po’ di rabbia per gli ultimi episodi: “Il fallo su Pellegrini a Bologna – ha detto – e i gol di Simeone annullati dal Var avrebbero potuto indirizzare le partite in un altro modo”. Joao Pedro? “finché cammina gioca – ha spiegato – chi lo critica dovrebbe cambiare mestiere”.

L’allenatore si dice soddisfatto della squadra. Ma Zenga chiede qualcosa di più, soprattutto a se stesso: “Ogni volta penso e ripenso alle scelte, mi piacerebbe – ha precisato – avere più tempo per curare certi dettagli: c’è poco tempo per intervenire. E poi mi piacerebbe anche qualche gol da parte dei difensori: Lucioni ne ha fatto due da palle inattive”.

Intanto domani il Lecce arriva alla Sardegna Arena per giocarsi la stagione. E Cagliari non vuole mollare la presa. Primo per una (remota) possibilità europea. Secondo per ottenere un bel piazzamento finale che migliori magari il nono posto dei tempi di Allegri. A livello di motivazioni i pugliesi sono favoriti. Ma Zenga non è d’accordo: “Quando hai il dovere assoluto di rispettare i tifosi, la maglia e se stessi – ha detto nella conferenza stampa della vigilia – non c’è bisogno di fare grandi discorsi motivazionali ai giocatori: basta il lavoro che ogni giorno facciamo in campo. Vero che il Lecce si gioca tanto, ma per noi ci sono sette partite (e ventuno punti): abbiamo il dovere di fare il massimo. Se rispettiamo noi stessi e gli altri possiamo fare una buona partita. Il Lecce ha sempre dato del filo da torcere a tutti, anche all’Atalanta nel 7 a 2 visto che all’intervallo erano in parità”. Zenga specializzato negli allenamenti con il gran caldo per la sua precedente esperienza nei campionati in medio Oriente.

“In realtà la situazione non cambia tanto – ha spiegato – il problema di questi incontri ravvicinati è che per un problemino rischi di saltare due o tre partite”. Un pensiero all’allenatore avversario Fabio Liverani, che è stato suo allievo: “lo ebbi al Palermo – ha raccontato Zenga – ma er infortunato e l’ho visto giocare solo per otto minuti. Già da allora aveva la testa da tecnico. Mi piace perché dopo un inizio con qualche difficoltà si è ripreso bene. È uno tenace”.

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