di Luciano Onnis
Tradizione rispettata, a Natale mai una gioia per i tifosi del Cagliari, sempre sconfitto sotto l’albero. No, così non si può. Non si può perdere (ma neppure eventualmente pareggiare) una partita come quella che il Cagliari ha disputato e perso contro il modestissimo Venezia. A meno che non si sia allo stesso livello, o anche peggio.
La squadra rossoblù è riuscita in questa disonorevole impresa con una prestazione a dir poco deprimente. Non può essere confortante quel quarto d’ora finale di caotico arrembaggio, frutto più che altro della frustrazione di essere sotto di due reti a un quarto d’ora dalla fine dell’incontro. Eppure nel primo tempo, fino al gol subito, sul campo la squadra di Davide Nicola ha dato l’impressione di poter far sua la partita.
Poi, al ritorno dagli spogliatoi, il Cagliari si è sgonfiato ed è stato capace di dare il peggio di sé, dopo che non ha sfruttato la superiorità della prima frazione di gioco perché se non si segna non si vince, e spesso neppure si pareggia. Non ci vuole una mente di eccelse capacità cognitive per capire che nel calcio gira così. E per il Cagliari gira proprio male.
Al Penzo, stadio di nefasti ricordi per i colori rossoblù, si attendeva una prova diversa da parte della squadra di Davide Nicola. L’occasione era di quelle d’oro. Staccarsi dalla penultima posizione e tenere sette punti dietro i lagunari. La risposta dei rossoblù è stata sconfortante in blocco. Compreso Davide Nicola che ci ha messo del suo schierando una formazione guardinga e tecnicamente vuota. Un 3-5-1-1 con Deiola schierato addirittura sulla fascia sinistra del centrocampo a supportare Augello. Una scelta quanto meno discutibile, ben conoscendo le caratteristiche del giocatore di San Gavino, fisicamente valido ma anche povero tecnicamente.
Da qui il messaggio lanciato alla squadra per una partita prudente, della serie ‘primo non prenderne’. Che può anche essere una scelta logica se non ci fosse da battere una squadra più debole e in piena difficoltà. Però non si colpevolizzi il solo Deiola per una sconfitta che è di tutti, allenatore compreso. Il portiere Sherry si è confermato ancora una volta estraneo a questa categoria, la difesa ha ripreso a concedere varchi invitanti agli avversari, il centrocampo non protegge e non costruisce, l’attacco non segna.
Facendo qualche nome, Gaetano è la brutta copia del giocatore dello scorso campionato, Piccoli si batte coraggiosamente ma non segna, Lapadula non ne azzecca più una neppure a porta vuota. La squadra – non è la prima volta che lo diciamo- è debole, mal costruita e con ruoli chiave scoperti. Poi capita di vedere nelle squadre avversarie giocatori come Oristanio che la società non ha riscattato e lasciato andar via, allora ti assale il dubbio sulle buone capacità di chi ha ruoli di vertice in società. Purtroppo è un discorso che si ripropone da anni e che non ha fatto altro che acuirsi. La situazione si sta facendo pesante e l’immediato futuro è piuttosto cupo. Il 28 dicembre alla Unipol Domus arriva l’Inter e fare punti sarà improbabile per l’attuale Cagliari. Se Natale sarà triste, il Capodanno non sembra poter sorridere per l’ambiente cagliaritano. E la classifica fa tremare le gambe. Mai una gioia di fine anno, poveri tifosi rossoblù.