Un rotondo 4-0 dalla Juventus e il Cagliari è fuori dalla Coppa Italia

La pratica “Coppa Italia” è chiusa. Senza rimpianti. Per il Cagliari, battuto a schiaffi (4-0) da una Juventus per niente trascendentale, un impegno di falso interesse che a una piccola squadra come quella rossoblù poco aggiunge e molto toglie in termini di dispendio di energie e concentrazione per il campionato, l’unico e vero obiettivo di questa società che non si può permettere di essere presente in due competizioni, campionato e coppa.

L’unica utilità della Coppa Italia è quella di far giocare una tantum le cosi dette seconde linee, in particolare quei giocatori che altrimenti metterebbero la muffa in panchina. Così è stato anche contro la blasonata Juventus, che invece a questa competizione ci tiene per addolcire la pillola del campionato sotto tono. Per Davide Nicola, invece, l’opportunità di guardarsi più a fondo in casa. E di avere conferma della povertà tecnica del parco giocatori di cui dispone. Con la Vecchia Signora non c’è stata storia, anche se i rossoblù hanno disputato nel primo tempo una partita senza timori reverenziali e hanno anzi avuto l’occasione di far male agli avversari.

Poi il crollo nel secondo tempo, con la squadra che ha alzato la bandiera bianca della resa incondizionata. I giocatori che hanno avuto la chance di dimostrare il loro valore e legittimare l’aspirazione ad avere un posto in squadra anche in campionato, non l’hanno sfruttata. I vari Scuffet, Wieteska, Palomino, Deiola, Lapadula, Gaetano, Azzi, Pavoletti, Felici, hanno perso una opportunità importante. Il problema è che però i riflessi si ripercuotano anche sul campionato, dove i rossoblù sono tornati a navigare in brutte acque. Domenica affronteranno il Venezia ultimo in classifica in una partita salvezza. Poi avranno in casa l’Inter e chiuderanno il girone d’andata a Monza, altra squadra in coda al campionato. Il 5 gennaio si avrà un quadro completo della situazione. Intanto, però, sarebbe opportuno che la società provveda a mettere una pezza ai diversi buchi in organico. Il sette gennaio si apre la finestra del calcio mercato invernale, è ormai chiaro cosa serve a questa squadra per giocarsi la permanenza in serie A. Non correre ai ripari sarebbe un suicidio calcistico.

Luciano Onnis

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