Chi di rigore ferisce, di rigore patisce. Con sofferenza e forse in maniera neppure tanto meritata, il Cagliari è uscito indenne (1-1) dal campo della lanciatissima Juventus e chiude il ciclo di due trasferte consecutive con quattro preziosissimi punti che fanno lasciare ai rossoblù il fondo della classifica.
Va subito detto che se la “vecchia signora” avesse vinto, non ci sarebbe stato niente da obiettare, tanta è stata la differenza tecnica in campo fra le due squadre. I bianconeri hanno forse peccato di presunzione e creduto che sarebbe stata una passeggiata dopo il gol in apertura ottenuto con un rigore che nessuno aveva visto in campo e che il Var è andato a scavare fra immagini peraltro impercettibili. Il pallone avrebbe nella circostanza sfiorato, ripetiamo “sfiorato”, le dita della mano destra di Luperto (di spalle) mentre salta di testa con Gatti. Rigore a dir poco generoso, che sembrava aver già deciso l’esito finale dell’incontro.
Invece la Juventus non è riuscita a concretizzare la netta superiorità nel possesso palla del 75%, fallendo facili occasioni con il suo bomber Vlahovic, probabilmente intimorito e tramortito dalla presenza asfissiante di Yerry Mina che lo morsicato dall’inizio alla fine. Il Cagliari è stato schierato in campo da Nicola con una formazione piuttosto difensiva (sei difensori), con il chiaro intento di contenere gli avversari e poi cercare eventualmente nella fase finale di tentare il colpo grosso. Così è stato, ma solo in parte. L’occasione per ottenere una clamorosa vittoria c’è stata nelle fasi finali: Obert ha colpito il palo a portiere battuto, ma è anche vero che Vlahovic si era divorato poco prima un gol a porta vuota.
Lo schieramento scelto da Nicola ha suscitato qualche perplessità per via del segnale che il mister stava dando a livello psicologico ai suoi ragazzi: difendiamoci e poi vediamo. Nel primo tempo i rossoblù sono stati dominati in ogni settore del campo. La difesa ha ballato pericolosamente sugli esterni con le due catene Obert-Augello e Zappa-Zortea che non riuscivano a contenere gli avversari diretti e la coppia centrale Mina-Luperto in palese affanno. Viola e Piccoli sono rimasti isolati in avanti, senza mai riuscire a impensierire la retroguardia bianconera. Peggio per gli juventini che non hanno concretizzato la netta superiorità. Nel secondo tempo si è visto un altro Cagliari, per quanto sempre in sofferenza. Marin è stato assai più concreto del solito Makoumbou lezioso e non esente da errori, mentre Gaetano ha dato nuova linfa all’azione offensiva dato che Viola aveva ormai finita la benzina. La bravura del Cagliari è stata quella di non arrendersi mai e rimanere sempre in partita. Il premio è arrivato puntuale con il gol di Marin e sarebbe potuto essere anche doppio. Ma va bene anche così: un punto preziosissimo quando tutti davano il Cagliari spacciato in partenza nella tana della “vecchia signora”. Bravo Nicola, bravi i suoi ragazzi.
Luciano Onnis