Un brutto Cagliari perde ancora in casa, con l’Empoli finisce 2 a 0. L’amarezza di Giulini: “Ci sarà da soffrire”

Nel dopo partita si è presentato inaspettatamente in sala stampa il presidente Giulini, demoralizzato e critico come non mai verso la squadra. “Giusto che io sia qui come prima carica della società. Questo che abbiamo visto oggi non deve accadere, ci dispiace ma non può accadere. Brutta prestazione. Avevamo l’opportunità di partire bene con quattro partite casalinghe invece abbiamo raccolto solo due pareggi. Sconfitta che ci porta a dover fare tutti riflessioni, mister giocatori direttore sportivo. Non nascondo che ci sarà da soffrire. Non abbiamo ancora vista una squadra amalgamata, prerogativa per fare risultato. Abbiamo un gruppo sano, in particolare quelli vecchi che amano la squadra, non vedo mele  marce, sono un buon gruppo., sano. Forse abbiamo fatto qualche errore nella costruzione della squadra, puó essere. Devono trovare loro la chiave, mister, giocatore e ds, per riprendere il cammino. Col mister ci siamo parlati prima di venire in conferenza stampa, gli ho detto che questa sera mi sentivo, dopo sei gol casalinghi presi in due partite, di doverci scusare con i nostri tifosi, tutti indistintamente. Dai prossimi giorni la squadra andrà in ritiro. No, non ho pensato ad altre soluzioni come esonero di allenatore e cambiare direttore sportivo. Con loro sono felice di lavorare, c’é molto affiatamento fra di loro e fra di noi. Forse sono io di troppo? Dopo undici anni forse è il caso che mi ponga la domanda e rifletta”. Un Giulini molto amareggiato, come mai si era visto finora nonostante tanti momenti neri. Neppure dopo la retrocessione vergognosa a Venezia.  Il Giulini comparso oggi in sala stampa dopo la sconfitta con l’Empoli lascia aperte soluzioni imprevedibili. 

LA PARTITA Troppo brutto per esser vero, ma se il Cagliari targato Davide Nicola  forse davvero questo, ci sarebbe davvero di che rabbrividire. Non sembra esserci il limite al ribasso di una  squadra allestita questa estate in maniera discutibile. Una squadra probabilmente più  debole di quella dello scorso anno e con un Ranieri in  meno a fare da parafulmine alle debolezze dell’organico rossoblù.  La squadra, inutile negarlo, non c’è, non è ancora nata e chissà se con questi limiti tecnici potrà mai nascere. La situazione si è fatta grave e pesante. Cosa che non si vedeva da due anni, il pubblico ha preso a fischiare i propri beniamini  e anche dalla curva  Nord a fine gara si  è alzato il coro “andate a lavorare” , con i giocatori respinti quando, con in testa l’allenatore, sono andati a salutare a testa bassa i tifosi che  per tutta la gara, nonostante lo spettacolo avvilente, non avevano fatto mancare l’incoraggiamento. Altrettanto ha fatto la Sud e perfino dalla tribuna  centrale sono piovute le contestazioni. È presto e certamente inopportuno fasciarsi la testa fin d’ora, ma all’orizzonte non sembra esserci niente di buono. Anche Nicola, nelle sue scelte prima e durante la partita, non è apparso moto efficace. Nel secondo tempo, con la girandola di sostituzioni in corso senza effetti positivi, sembra essersi arreso ed è rimasto per lunghi momenti in panchina. Fin dall’inizio il 

Cagliari si è  rivelato inconsistente, timoroso, senza verve e senza idee, in balia degli avversari che lo  hanno sovrastato  in ogni zona del campo. Gli empolesi hanno sempre avuto in mano il controllo  della gara, primi su ogni pallone e ferrei nelle marcature in difesa e nel centrocampo. Il gol di Colombo al 32’  è stato la logica conseguenza del gioco prodotto dalle due squadre. I ragazzi di Nicola non hanno mai dato l’impressione di essere in partita. Centrocampo regolarmente in affanno davanti ad avversari aggressivi e pronti a raddoppiare e triplicare le marcature, togliendo spazi e tempo di ragionare a Marin, l’unico lì in mezzo in grado potenzialmente  di costruire qualcosa. Gli attaccanti non sono praticamente esistiti, totalmente cancellati dagli arcigni difensori ospiti e mai messi in grado di incidere. Si sono rivisti i lanci lunghi dalle retrovie e dalla trequarti, facilmente gestibili dalla retroguardia empolese. La luce  si è accesa solo in qualche episodio sporadico, come quello al 40’ quando Deiola si è trovato occasionalmente  davanti la porta empolese spalancata e non ha fatto di meglio che sparare sul portiere toscano. Nel secondo tempo Nicola ha boccia nuovamente Makouombou e lo ha lasciato negli spogliatoi per giocarsi la carta Pavoletti. Ma è   arrivata subito la doccia fredda del raddoppio empolese, con la difesa rossoblù imbambolata a guardare gli avversari. Nicola non ha saputo da che parte voltarsi e ha getta nella mischia anche Viola e Azzi in sostituzione della nullità Luvumbo e dello stanco Augello (fra i meno peggio fino ad allora),  ma la niente è cambiato. Anche Gaetano, entrato negli ultimi venti minuti con Lapadula, non è riuscito a dare a incidere, pur dando maggiore vivacità. È finita con un uragano di fischi e improperi. 

Nel dopo partita,  Davide Nicola ha ammesso che è stato un brutto Cagliari. “Abbiamo sbagliato indubbiamente prestazione – ha ammesso il mister –  le altre volte abbiamo almeno fatto buone prove, oggi proprio no. Forse la pressione per dover vincere ci ha creato problemi a livello mentale.  Senza coraggio, senza determinazione, senza lucidità. Il risultato è congruo.  Devo ancora imparare a conoscere questa squadra”.

Luciano Onnis

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