di Luciano Onnis
Bocciato all’esame di maturità col Torino, il Cagliari è tornato ad essere il brutto anatroccolo dei giorni peggiori. Ancora una volta ha mancato l’appuntamento con lo step successivo del processo di crescita e riveste l’abito della sua mediocrità congenita. L’illusione che la squadra avesse trovato con il secondo tempo contro il Lecce la strada maestra verso una salvezza meno sofferta di quel che la ragione impone, è durata lo spazio di cinque giorni, da domenica sera a oggi. Il risveglio è avvenuto al Comunale di Torino, contro una squadra, quella granata, che non vinceva da tempo immemorabile.
Come sempre capita loro, i rossoblù sono riusciti nella poco edificante impresa di resuscitare una squadra di zombi. Contro i granata, un primo tempo orribile, ancora più brutto di quello disputato domenica scorsa contro il Lecce. Negli spogliatoi del Cagliari non è chiaramente suonata la sveglia e i giocatori sono entrati in campo come figuranti, col corpo ma senza anima. E già al sesto minuto, senza aver ancora capito che la partita era iniziata, si sono trovati sotto di un gol. Non c’è stata alcuna reazione, l’intera squadra ha farfugliato calcio, commettendo errori marchiani anche nei fondamentali: approssimativo il controllo del pallone e improbabili passaggi ravvicinati, per non parlare dei tentativi di lanci lunghi finiti regolarmente e facilmente preda dei difensori granata.
Una squadra senza capo ne coda e meno male che il prodigioso Caprile ha evitato a più riprese il tracollo. I rossoblù hanno patito gli avversari in ogni parte del campo. Sulle fasce Zappa e Zortea a destra, Obert e Felici dall’altra non ne hanno azzeccata una, i due centrali difensivi sono stati infilati ripetutamente dagli avversari anche perché i mediani Deiola e Marin non hanno fatto argine e, anzi, lasciati aperti varchi invitanti. Le due punte, Piccoli e Gaetano, mai pericolose e isolate in avanti, in ostaggio dei loro guardiani granata. E’ stato un Cagliari incapace di imbastire un’azione che una. Eppure la formazione era la stessa che tanto ha incantato nel secondo tempo contro il Lecce, ma al Comunale di Torino è stata la sua brutta copia. Si sperava che la sosta fra primo e secondo tempo facesse scattare la scintilla, invece il buio fra i rossoblù è rimasto totale. Dopo tre minuti dall’inizio del secondo tempo, il Torino ha anche raddoppiato, ma per qualche centimetro di fuorigioco il gol è stato annullato dal Var. Capito che serviva la scossa, Davide Nicola ha rivoluzionato la squadra e sostituito in un unico slot quattro giocatori, a testimonianza del malcontento del tecnico per il rendimento dei suoi. Fuori gli inguardabili Obert, Deiola, Marin e Gaetano, dentro Augello, Makoumbou, Adopo e Pavoletti. Ma escluso Caprile, tutti avrebbero meritato di andare a sedere in panchina. Sono passati due minuti, neppure il tempo ai nuovi entrati di prendere posizione, che il Torino ha raddoppiato, entrando nella difesa del Cagliari come un coltello nel burro.
La musica rispetto al primo tempo non è cambiata, i rossoblù hanno continuato a balbettare calcio e il Torino si è limitato a controllare avversari inoffensivi su tutti i fronti. Giusto qualche timido tentativo di andare a far male al portiere granata, poi l’arbitro a mandato i vincitori a festeggiare e i perdenti a leccarsi le ferite. Hanno molti giorni per farlo. Si torna in campo lunedì con la Lazio alla Unipol Domus. E non sarà una partita da prendere a cuor leggero come quella con il Torino.
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