Sconfitto, ma a testa alta. Bravo Cagliari, l’applauso dei tifosi a fine gara è strameritato. Davanti alla Dea Atalanta regina del campionato, la squadra rossoblù deve subire il risultato, ma non il gioco. Con la determinazione, l’abnegazione e l’orgoglio, uniti a una disposizione tattica perfetta disegnata da Davide Nicola, i cagliaritani non solo hanno tenuto testa alla squadra prima in classifica (meritatamente), ma hanno ribattuto colpo su colpo. La rete dei nerazzurri è frutto di un episodio sfortunato per il Cagliari, quasi mai i forti atalantini hanno creato problemi alla difesa rossoblù, fortissima nei centrali Mina e Luperto, altrettanto brava in Zappa e Augello.
La sconfitta del Cagliari, diciamolo senza timore di essere smentiti, è stata determinata solo da un particolare. Anzi, il particolare. Chi non segna, non vince e alla fine spesso perde. Ecco, è questa la ragione della confitta del Cagliari. Contro l’Atalanta sono state gettate al vento almeno quattro occasioni da rete nitidissime, è mancato – come sempre – il killer d’area di rigore, l’uomo che davanti alla rete avversaria conserva freddezza e lucidità. Fra i rossoblù questo giocatore non c’è, e se ne sentono le conseguenze. Nessuna accusa a Piccoli, che fa interamente la sua parte ma che lì davanti è solo. Troppo solo. Per il resto, una sconfitta con l’attuale Atalanta ci può stare.
Il Cagliari deve sentirsi addosso il riconoscimento di avere disputato una grande partita, di averla affrontata “a facci manna”, come chiede il mister. Nicola ha sorpreso ancora con un nuovo cambio della formazione e diverso assetto tattico. Il tecnico cagliaritano sceglie un prudentissimo (anche troppo) 5-3-2, rispolverando Deiola per dare maggiore fisicità (ma meno tecnica) al centrocampo rossoblù. Fuori quindi i piedi buoni di Viola e Gaetano, attacco affidato le scorribande di Luvumbo e alla generosità di Roberto Piccoli, prima punta senza fissa posizione. Già da subito è un Cagliari spavaldo, per niente intimorito dalle potenzialità dei bergamaschi. Un inizio di studio da parte di entrambe le squadre, poi i bergamaschi hanno fatto prevalere a centrocampo la loro superiorità tecnica a centrocampo, ma mai sono riusciti a impensierire Sherry e compagni. I ragazzi di Nicola non si sono mai lasciati prendere dal timore reverenziale e pian piano hanno preso possesso della partita facendo della determinazione e della sfrontatezza la sua arma migliore. Gli undici rossoblù sono saliti in cattedra e dal 35’ hanno preso a comandare il gioco e proiettarsi in area avversaria. Ci sono state tre clamorose occasioni da gol, ma Piccoli (due volte) e Zortea hanno fallito il bersaglio fra il 38’ e il 39’ e il 42’, complice il bravo portiere atalantino Carnescecchi. Un vero rammarico, ma se non la si butta dentro in simili occasioni, allora diventa difficile salvare la pelle contro squadre come la prima in classifica del campionato. Gasperini capisce che le cose si stanno mettendo male e nell’ secondo tempo rivoluzione la squadra facendo entrare la sua artiglieria pesante: Lookman, De Ron e Djimsiti. Cambia la musica, il Cagliari continua a giocarsi la partita a viso aperto, ma occasioni non ne capitano più. L’unica se la crea l’Atalanta con forse l’unica disattenzione della difesa e il nuovo entrato Zaniolo, al primo pallone toccato trafigge Sherry. Una vera iattura, il Cagliari va sotto immeritatamente e non ha uomini in panchina – come l’Atalanta – per ribaltare le sorti dell’incontro. Finisce 1-0 per la Dea, ma applausi meritati a Mina e compagni.
Nel dopopartita Davide Nicola mette in risalto la forza dell’Atalanta ed elogia i suoi ragazzi.
“Ci è mancato solo il gol, Farlo, è un’arte non facile, che non abbiamo. Il nostro ultimo step ultimo migliorativo è quello di trovare il gol. Nelle ultime due partite, Fiorentina e Atalanta, vedere simili prestazione mi dà e ci dà consapevolezza della nostra forza. Dobbiamo diventare più sereni, lucidi e precisi sotto rete. A fine girone d’andata si faranno valutazioni per colmare i punti deboli, ma sono soddisfattissimo dei miei ragazzi. L’Atalanta è prima in classifica perché riesce a vincere partire come queste, dove soffre tanto ma fa risultato”.
Luciano Onnis