Quarta sconfitta di fila, ma i rossoblù perdono con onore

La paura fa novanta, anzi fa un’altra, l’ennesima, sconfitta del Cagliari in questo campionato fotocopia, con tonalià addirittura peggiori, di quello precedente. Sempre più ultimo, in perfetta solitudine, nel fondo della classifica. Quarta sconfitta consecutiva, ma stavolta l’onore è salvo. I rossoblu hanno dato quel che potevano in termini di applicazione e volontà, ma anche in questa occasione è emersa tutta la povertà tecnica e inadeguatezza dell’organico allestito dal presidente Giulini in estate. Con l’Atalanta, sempre fra le prime quattro squadre del campionato, i valori in campo non sono mai stati in discussione. Semmai si sperava in una prova all’arma bianca degli uomini di Mazzarri, che ci hanno anche provato. Ma niente da fare contro la fortissima Dea.

Era una partita dettata, in casa rossoblu, dalla disperazione e dalla paura. Ci ha messo del suo anche Mazzarri che schierando una formazione inedita, votata alla difensiva, ha lasciato intendere quelle che erano le intenzioni in casa rossoblu: primo non prenderle, poi si vedrà.

Il match con la Dea ha avuto una partenza ad handicap perché già al sesto minuto i bergamaschi dell’antipatico ma bravissimo Gasperini, erano già in vantaggio per merito di Pasalic che ha infilato Cragno senza trovare ostacoli nella sempre vulnerabile difesa rossoblu. Il Cagliari non ha però alzato bandiera bianca davanti alla straripante differenza di valori in campo e ha cercato di limitare i danni in attesa di un miracolo che quel poveretto di Joao Pedro, abbandonato al suo destino lì davanti, è riuscito in realtà a compiere 21 minuti dopo beffando in contropiede la retroguardia atalantina. Illusione effimera perché al 42esimo, dopo che gli ospiti hanno continuato a comandare il gioco senza trovare l’acuto finale, la solita défaillance della difesa rossoblu ha consentito a Zapata di fare il 2 a 1 per i bergamaschi. Un giocatore di provata esperienza come Godin non può permettere all’avversario, soprattutto se si tratta di uno come Zapata, di girarsi liberamente in area e insaccare indisturbato. Poi è una continua ricerca della chiusura della partita da parte degli ospiti, che però in apertura di ripresa rischiano il pareggio a opera di Bellanova che si mangia il gol da posizione facile facile, seppur in movimento. C’è anche lo spettro di un rigore per i ragazzi di Gasperini, prima dato dall’arbitro Piccini e poi annullato dopo il consulto Var, ma la partita è rimasta in bilico: Atalanta a caccia del gol della sicurezza e il Cagliari alla ricerca di un nuovo miracolo sulle ripartenze. Così non è stato. Adesso ci saranno due settimane di tempo per cercare di forgiare una squadra che è palesemente debole e incompiuta. Si dovrà andare avanti all’insegna del “si salvi chi può” fino almeno a gennaio, con la speranza che Giulini e Capozucca riescano a rimettere sull’asse di galleggiamento una barca che fa acqua da più parti. La possibilità di un nuovo cambio di allenatore è fuori da ogni logica. Mazzarri deve essere lasciato in pace e messo nelle condizioni di poter lavorare. Ogni soluzione diversa sarebbe peggio del male, non è nel timoniere che va cercata, ora come ora, l’inversione di rotta. Bisognava pensarci prima, in estate.

CAGLIARI (4-4-1-1): Cragno; Zappa (90 Farias), Godin, Carboni, Lycogiannis; Bellanova (83 Pereiro), Deiola (Grassi 46esimo), Marin, Strootman (Pavoletti 61esimo), Nandez, Joao Pedro. All: Marrazzi

ATALANTA (3-4-1-2): Musso; De Roon, Demiral, Palomino; Zappacosta, Koopmeiners (64Lovato), Freuler, Maehle; Pasalic (92 Pessina); Malinovsky (66 Ilicic), Zapata. All: Gasperini

Arbitro: Piccinini

Reti: 6 Pasalic, 27 Joao Pedro, 43 Zapata

L.On

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