È molto difficile che l’anno prossimo Nicolò Barella possa vestire ancora la sua maglia rossoblù. Dopo i rinvii dei mesi scorsi, il momento dell’addio sembra sempre più vicino. La trattativa più avanzata è quella con l’Inter ma le due società non hanno ancora raggiunto l’accordo economico sul valore di circa 50 milioni (l’opzione più probabile sembra quella di 35 milioni in contanti e contropartite tecniche) del gioiello prodotto dal vivaio rossoblù. Il procuratore Alessandro Beltrami – che segue anche Radja Nainggolan – avrebbe già incontrato la società assicurando il sì del numero 18 del Cagliari.
A Coverciano, durante la conferenza stampa prima della gara con la Grecia di sabato, Barella ha detto di aver messo il cellulare in modalità silenziosa prima di partire per il ritiro azzurro: “Ho salutato i compagni e i dirigenti del Cagliari come al solito, come ho sempre fatto. Anche quando ero strasicuro di restare. Adesso devo restare concentrato sul campo, perché questo è il mio lavoro”. Partendo dall’addio di De Rossi e Barzagli i giornalisti gli hanno chiesto un’opinione sull’importanza delle bandiere nelle squadre di calcio. “Vengo da una società che ha fatto delle bandiere la sua storia. Gigi Riva, Conti e Cossu: gente che ha dato tutto per il Cagliari – ha detto Barella – Io penso di aver dato tutto per il Cagliari, fino a ora. Poi loro hanno fatto scelte di vita, io non so quale sarà il mio futuro”. Il centrocampista cagliaritano ha poi detto di volersi concentrare sulle gare della nazionale maggiore e sugli Europei under 21, ma il suo futuro lontano da Cagliari potrebbe essere annunciato presto.
M.Z.