di Luciano Onnis
Finalmente una vittoria, ma quanta sofferenza. Il Cagliari è riuscito nel di conquistare i tre punti e l’ora ha fatto affossando ulteriormente il fanalino di coda della classifica, il derelitto Monza di Adriano Galliani, con un 2-1 che è rimasto in bilico fino all’ultimo secondo di gara per la cronica mancanza di capacità e personalità da parte della squadra di Davide Nicola di chiudere i conti ben prima del triplice fischio finale. Cercare il pelo nell’uovo in una importantissima vittoria, per quanto raggiunta con difficoltà oggettive, è forse ingeneroso verso i rossoblù, ai quali non va di certo fatta l’accusa di non impegnarsi abbastanza e di non avere attaccamento alla maglia. Ma non si può neppure nascondere la polvere sotto il tappeto e far finta che “tutto va bene madama la marchesa”.
La partita col Monza era di estrema importanza, anche se mister Nicola aveva detto alla vigilia che non sarebbe stato uno spareggio salvezza fra ultima e terzultima in classifica. Capiamo benissimo il tecnico rossoblù e nei suoi panni avremmo detto la stessa cosa. C’era il rischio di incorrere in una sconfitta e allora come giustificarla? Con le solite frasi fatte per discolpare se stessi e i giocatori. Fortunatamente non è andata così e adesso, a vittoria ottenuta, si può anche respirare. Nicola ha scelto un 4-2-3-1, inserendo Felici sulla fascia esterna sinistra di centrocampo e scegliendo Viola anziché Gaetano come trequartista alle spalle o a fianco della prima punta Piccoli. In porta Scuffet in quella che dovrebbe l’ultima partita di questo campionato con i colori rossoblù. Domani andrà al Napoli a fare il secondo di Meret, alla difesa della porta cagliaritana arriva Caprile, attuale dodicesimo della squadra di Conte. Uno scambio di prestiti alla pari fino al 30 giugno, ma con la possibiltà di riscatto per 8 milioni da parte del Cagliari del suo nuovo portiere titolare.
La partita all’U-Power Stadium di Monza è iniziata col botto. A una traversa centrata da Felici al 2’ minuto di gioco (l’undicesimo legno di questo campionato colpito dai rossoblù), ha fatto seguito poco dopo il rigore per il Monza realizzato da Caprari. La partita si è messa subito male per il Cagliari, volenteroso ma con i soliti limiti tecnici individuali e di squadra. Lo svantaggio ha smorzato le velleità dei ragazzi di Nicola e restituito fiducia ai monzesi. Partita confusionaria da ambo le parti, con errori marchiani a conferma del livello delle due squadre. Il Cagliari è sembrato più in palla e ha preso in mano le redini della partita, mostrandosi maggiormente determinato a condurla in porto. Il pareggio è stato raggiunto al 22’ con un gran gol di Zortea e da quel momento il gioco si è fatto ancora più confuso e raffazzonato.
Al rientro in campo. Il Cagliari si è dimostrato più determinato e ha capito che era giunto il momento di affondare i colpi. C’è riuscito con un missile terra-aria di Piccoli che in corsa ha insaccato all’incrocio dei pali. Cagliari in vantaggio e 7 minuti dopo si sono create tutte le condizioni per vincere la partita. Il Monza, già sotto di un gol, è rimasto in dieci per l’espulsione di D’Ambrosio che ha affondato i tacchetti nelle parti nobili di Mina. Mancava poco più di mezz’ora alla fine, a quel punto c’era solo da mettere al sicuro il risultato davanti a un avversario palesemente alle corde e scoraggiato. Una squadra con personalità e adeguate qualità tecniche, non avrebbe sofferto neppure un istante. Ma il Cagliari non è così, purtroppo. La girandola dei cambi (Palomino per l’infortunato Mina, come sempre leader di difesa e squadra, Augello per Felici, Lapadula per Piccoli, Marin per Makoumbou, Pavoletti per Viola), ha fatto crescere ulteriormente la confusione e il Monza ha cercato l’affondo finale. Lapadula poteva chiudere la partita nel recupero, ma ha centrato il palo (dodicesimo della collezione rossoblù). E’ finita in festa per i giocatori, ma soprattutto per gli encomiabili 1.400 tifosi del Cagliari che hanno fatto sentire per tutta la gara la loro presenza con un sostegno incessante. Almeno talvolta non sono andati via dallo stadio con la coda fra le gambe. Ed è già tanto.