La campagna acquisti-cessioni di gennaio del Cagliari secondo il “Bonato pensiero”. Questa mattina il direttore sportivo Rocco Bonato si è dato in pasto ai giornalisti per raccontare trenta giorni di trattative, di obiettivi raggiunti (due) e di qualcuno mancato. Scontata da parte del dirigente la difesa d’ufficio dell’operato della società, che visto dall’esterno non ha dato i risultati che i tifosi speravano. E infatti, a leggere sui social i loro commenti, appare evidente una certa delusione. Applausi a scena aperta per il nuovo portiere Caprile, che ha disputato finora quattro partire risultando ogni volta il migliore in campo. Un’autentica sicurezza, un valore aggiunto per la squadra. Bocciato invece il calcio mercato su due pedine che all’unanimità, o quasi, venivano ritenute indispensabili. Una punta da affiancare a Piccoli e un’alternativa a Zappa sulla fascia difensiva destra. Erano i giocatori che aveva chiesto anche l’allenatore Nicola, ma non sono arrivati, lasciando così l’organico con due pesanti lacune. E con l’incognita Coman tutta da verificare.
«Eccoci qui a commentare questa sessione di mercato invernale – ha esordito il ds in conferenza stampa -. C’era l’obiettivo di risolvere qualche criticità di inizio stagione, fra cui scremare il numero di elementi della rosa perché in 26 giocatori si era decisamente in troppi. Obiettivo prioritario era dare continuità al progetto tecnico iniziato d’estate e rispettare i vincoli economici imposti dalla Federazione. Abbiamo acquistato Caprile dal Napoli in cambio di Scuffet, per dare determinate sicurezze nel ruolo del portiere e poi abbiamo acquistato un giocatore offensivo e duttile come Coman, che ha fatto bene nelle sue ultime due stagioni in Romania. Arriva a Cagliari nel pieno della maturità tecnica e con grandi motivazioni di confrontarsi con la Serie A. Sono andati via Azzi, Wieteska e Lapadula, giocatori che avevano avuto un minutaggio limitato, due di loro (Azzi e Lapadula) erano in scadenza di contratto e hanno chiesto di poter andare a giocare di più. Adesso sono di meno e hanno tutti maggiori possibilità di giocare».
Bonato conosce le dichiarazioni di mister Nicola prima della chiusura del mercato e signorilmente affronta l’argomento. «Con il mister ci siamo sempre confrontati, abbiamo cercato di fare le operazioni che era giusto fare a livello razionale. È un organico su cui siamo convinti che si possa lavorare benissimo. Il notsro tecnico ha detto che siamo un po’ corti, e lo capisco. Ma abbiamo fatta la scelta di una valutazione razionale. Per l’esterno basso di destra abbiamo anche Zortea, che avevamo preso più per fare questo ruolo che quello avanzato. Inizialmente la coppia era quella insieme a Zappa. In campionato, Nicola ha avuto la giusta intuizione di avanzare Zortea e questo ci ha dato nuove possibilità. Sul difensore centrale: abbiamo Luperto, Mina e Palomino, abbiamo Obert che in nazionale gioca al centro e che è stato adattato da esterno basso. Siamo coperti in questo reparto e non ci sono problemi. L’ultima valutazione è stata fatta sul centravanti: abbiamo deciso di dare ulteriore fiducia a Piccoli, che sta facendo bene e potenzialmente può andare in doppia cifra. Abbiamo Pavoletti in piena efficienza fisica, che ci dà entusiasmo ed esperienza. In più abbiamo Kingstone, che quando ha giocato ha dimostrato di poter far bene. Ecco perché abbiamo deciso di proseguire con chi avevamo in organico». Bonato vede per il proseguo del campionato il bicchiere mezzo pieno. «La rosa che abbiamo a disposizione è pienamente in linea per raggiungere l’obiettivo salvezza e per costruire il Cagliari del futuro. Abbiamo tutti giocatori di proprietà e su quelli in prestito abbiamo un diritto. Guardiamo insomma anche alla programmazione. Abbiamo un organico di qualità e in grado di fare una seconda parte di campionato positiva, mettendo le basi per una rosa che possa durare nel tempo”.
E sull’alter ego di Piccoli come prima punta? «Avevamo come obiettivo un profilo che potesse fare il doppio ruolo, punta centrale ed esterno, rimodulando la rosa dopo il cambio di sistema di gioco. Quindi o riuscivamo a prendere alcuni profili che avevamo identificato, oppure saremmo andati su un esterno duttile. Nordås lo seguivamo, è un giovane che ha fatto molto bene nell’ultimo periodo. Nel momento in cui abbiamo potuto fare l’offerta l’abbiamo fatta, è arrivato un altro club che ha offerto il doppio. Abbiamo valutato tutte le opzioni dell’affare, c’erano vari rischi e abbiamo preferito non fare l’investimento Abbiamo puntato su un altro tipo di giocatore, dando fiducia a Pavoletti e Kingstone. Mentre in difesa abbiamo puntato sui giovani Cogoni e Soldati: dobbiamo abituarci sempre più a questo tipo di scelte». A proposito di giovani, ce n’è uno che su cui la società ha investito 5 milioni di euro e che non viene utilizzato. «Ha iniziato da titolare, poi ha avuto un infortunio e nel frattempo ci sono state variazioni con il cambio di modulo. Chi ha preso il posto del ragazzo ha fatto bene ed è stato confermato. Vedo però Matteo molto applicato e son sicuro che farà bene da qui in avanti. Se poi fossero arrivate proposte economiche di livello importanti le avremmo prese in considerazione, ma così non è stato e lui resta un nostro patrimonio. Deve essere bravo a lavorare e sfruttare le occasioni che arriveranno».
Qualcosa andava detta anche rischio che l’arrivo di Coman incida negativamente su Felici e Luvumbo, altri due che si sentono di casa sulla fascia sinistra d’attacco. «Io credo che le dinamiche di mercato portino anche a obiettivi che in corsa diventano irraggiungibili. Non ottenendo quel che avremmo voluto, abbiamo poi puntato su un giocatore che possa spaccare le partite, così come sa fare Luvumbo. Penso che ci siano qualità nel nostro gruppo che devono ancora essere valorizzate. Penso a Gaetano, che nella seconda parte di stagione potrà essere molto utile». Per la fine del campionato – facendo gli scongiuri che possa valere la permanenza del Cagliari in serie A – si profilano per la società scelte dispendiose per i riscatti: Piccoli 12 milioni, Caprile 8, Gaetano 6. «La seconda parte di stagione ci dirà l’obiettivo che dobbiamo raggiungere – chiude Bonato -, dopo capiremo le evoluzioni. Ora è difficile saperlo e prevederlo. La volontà è stata quella di costruire una base che va modellata, ma senza fare rivoluzioni».
L.O.