di Luciano Onnis
Vince la normalità dell’Inter, perde la paura della squadra inferiore in tutto nell’affrontare la regina del campionato. Nel momento in cui, tu Cagliari, entri in campo con le gambe tremanti e in testa la soggezione, non ci può essere storia. E infatti non c’è stata. La partita l’Inter l’ha vinta ancor prima mentalmente prima di entrare in campo, poi la differenza abissale fra le due squadre l’ha fatta da padrone. Il primo errore dei rossoblú, è stato quello di non giocarsi la partita, e che poi andasse come doveva andare secondo le forze in campo. Le partite precedenti disputate contro i nerazzurri da Parma, Monza e Udinese, non hanno insegnato al cagliari del primo tempo che la partita i giocatori sardi dovevano giocarsela “a facci manna”, non con timore reverenziale e sottomissione.
La formazione mandata in campo da Nicola era chiaramente impostata sulla difensiva, probabilmente con l’intenzione di far trascorrere il tempo senza subire danni e di rimanere in partita fino al secondo tempo per poi tentare un improbabile blitz. Il tecnico cagliaritano ha sicuramente messo in conto che i nerazzurri erano reduci dalla dura partita di martedì in Champion con il Bayern Monaco e che mercoledì ci sará la gara di ritorno. Possibile quindi un calo dei nerazzurri nel secondo tempo e il risparmio di energie. Cosa che in realtà è avvenuta, ma il Cagliari non ha saputo approfittarne. I conti fatti prima di entrare in campo sono stati fatti senza l’oste perché la partita ha preso l’indirizzo voluto da Simone Inzaghi fin dai primi minuti con la qualità del gioco della sua squadra e al 12’ i nerazzurri erano giá in vantaggio e al 26’ hanno raddoppiato.
Il Cagliari non ha saputo replicare per tutto il primo tempo, totalmente in balia degli avversari. E’ vero che c’è stata anche una episodica occasione per accorciare il risultato, ma Piccoli si è fatto ipnotizzare dal portiere avversario Sommer in disperata uscita e gli ha calciato addosso. Decisamente meglio il secondo tempo della squadra sarda, meno remissivi e più propositivi. Tre minuti dopo il ritorno in campo, è arrivato anche il gol di Piccoli, con la riapertura della partita. Come ipotizzato prima dell’incontro, l’Inter nel secondo tempo ha allentato la morsa e concesso spazio al Cagliari. E’ stata anche la condizione mentale dei rossoblù a cambiare il corso della partita. “Negli spogliatoi ci siamo guardati in faccia – ha detto a fine partita l’allenatore Nicola – e ci siamo detti che ci dovevamo provare a cambiare l’andamento della gara. Mettendoci più coraggio e maggiore ordine nel gioco, pur sapendo chi avevamo davanti”. Il gol di Roberto Piccoli è stato però un fuoco di paglia perché sono passati appena sette minuti e l’Inter ha ristabilito le distanze con Bisseck, che in area è salito in cielo per colpire perentoriamente di testa. Il resto della partita è scivolato con il copione previsto. I nerazzurri hanno tirato i remi in barca e risparmiato fiato ed energie. Il Cagliari ha messo fuori la testa, è andato anche vicino al 3-2 con il solito Piccoli (chi, se non lui?), ma De Vrij di testa ha deviato il suo tiro destinato all’incrocio dei pali.
E’ finita con la vittoria interista, come è nella logica dei valori in campo. Ma la partita ha offerto per il Cagliari due diverse valutazioni. Un primo tempo di grande remissione, la seconda parte di gara decisamente meglio. Come già altre volte in questo campionato, il Cagliari ha regalato il primo tempo all’avversario (compresi a quelli meno dotati dell’Inter) e si è svegliato solo nella ripresa. Una caratteristica negativa che deve essere necessariamente eliminata in previsione futura. Davide Nicola, nel dopo partita, è apparso soddisfatto della prova della squadra, pur riconoscendo gli errori commessi. “Abbiamo preso i primi due gol per errori nostri nella lettura delle situazioni – ha detto il tecnico cagliaritano -, non deve succedere. Avevamo davanti una grande squadra, l’attenzione non deve mancare. Nel primo tempo ci siamo detti di mettere la voglia di cambiare con coraggio e che dovevamo farlo aumentando l’aggressività, prendendoci responsabilità in più nella gestione della palla, anche nella loro metà. Lo abbiamo fatto bene nel secondo tempo. Sono contento della prestazione perché ovviamente amo venuti al Meazza con la voglia di provare a fare il risultato e per poterlo fare, secondo me, si deve accettare anche qualche compromesso, tipo la qualità dell’avversario. Quello che dobbiamo e vogliamo migliorare è l capacità di essere più tempisti nella lettura di alcune situazioni, che chiaramente con certe squadre puoi non pagare”.