Le grandi manovre per il match del Cagliari col Bologna. Nicola: “Possiamo essere competitivi”

di Luciano Onnis

Il Cagliari domani a Bologna per far dimenticare la sconfitta con la Juventus e anche una prestazione che è sembrata un passo indietro rispetto alle due precedenti con Parma e Atalanta e un bottino di quattro punti. C’era stato molto entusiasmo per il pareggio in casa dei nerazzurri bergamaschi, terzi in classifica, ma proprio oggi, negli anticipi di campionato del sabato, c’è stata la conferma che la squadra di Gasperini non è attualmente un gran che in salute visto che ha pareggiato nuovamente in casa con la penultima ruota del carro della classifica, il Venezia di Di Francesco che ha già un piede in serie B.

Domani, i tifosi del Cagliari si attendono una prova di riscatto dai propri beniamini dopo quel primo tempo imbarazzante contro la Juventus e una ripresa sicuramente meglio, ma infruttuosa. Davide Nicola, nella conferenza stampa all’ora di pranzo prima della partenza per Bologna, ha salvato ancora i suoi giocatori per la figuraccia (nel gioco, non nel risultato) con la Vecchia Signora e messo sull’avviso che a Bologna ci sarà davanti una squadra fortissima. Hai visto mai che un allenatore dica alla vigilia (e anche dopo) che gli avversari sono della scamorze? Fa parte del ruolo e mister Nicola non è da meno.

“Il Bologna è da diverse stagioni che sta giocando di nuovo a livelli importanti – è la risposta dell’allenatore rossoblù alla prima domanda -, basta vedere la prova che ha fornito contro il Milan e lo ha messo in difficoltà. Noi sappiamo perfettamente che incontreremo una squadra che ha un ritmo importante e sul quale noi dovremo cercare di mettere il nostro. Quindi confrontarci con la giusta attenzione per quanto riguarda alcune situazioni di gioco perché il Bologna è una squadra costantemente portata ad attaccare la linea difensiva con inserimenti sopra palla continui, con ricerca immediata dei giocatori di attacco. E quindi noi dovremmo essere molto abili sia quando abbiamo la palla sia quando non la abbiamo”.

Storicamente il Cagliari in questa stagione non ha mai fatto una sconfitta singola, ne segue sempre un’altra o altre ancora, fa notare un giornalista a Nicola. “Questa domanda suona un po’ come una guffata – sorride il mister -. No, scherzo. Ho capito perfettamente. La mia era una controbattuta per sdramatizzare. Certamente la statistica dice questo, ma noi siamo sempre convinti che tanto bisogna non perdere mai il punto di vista corrente, che è quello che noi nelle ultime due partite abbiamo incontrato la terza in classifica e la quarta, squadre quindi di assoluto livello. Adesso ne incontreremo una che ha pochi punti da quelle posizioni, che ha fatto la Champions quest’anno, che sta lottando per andare in Champions anche quest’anno, quindi bisogna sempre, secondo me, fare le giuste valutazioni nell’avversario. In questo tritico che finisce domani, ci siamo detti all’inizio che l’obiettivo era quello di riuscire a fare i più punti possibili. Se riuscissimo a farne altri sarebbe, secondo me, qualcosa di importante perché significa comunque progredire, comunque crescere al cospetto di avversari che ovviamente hanno obiettivi diversi. Quindi non è che dobbiamo concentrarci su quello che verrà, noi dobbiamo sempre concentrare la nostra grandissima attenzione su ogni singola partita. Adesso c’è il Bologna, vogliamo produrre una prestazione che possa essere all’altezza di un avversario non facile. Anche per noi, perché secondo me, se miglioriamo un paio di cosette nella velocità, nell’esecuzione di alcune fasi, possiamo essere ulteriormente essere competitivi”.

Dando uno sguardo generale alla classifica, il tecnico cagliaritano si aspettava questa situazione nella classifica del Cagliari e questo lotto di concorrenti per la salvezza, è la domanda di un altro giornalista, era quello che pensava all’inizio della stagione: “Assolutamente sì, anzi vi ho sempre detto, ne abbiamo sempre parlato. Credo che in questo momento la classifica abbia un valore relativo. Io credo che da qua a 12 partite, alla fine succederanno ancora delle novità e delle situazioni interessanti. Bisognerà produrre punti anche per il gioco che si fa”.

E il Cagliari? “Saranno importanti sicuramente la precisione e la capacità di poter tradurre con un maggior numero di gol le azioni che produci. Ma anche , quando non ne produci, perché devi incontrare avversari di qualità dove non ti permettono tutto quello sviluppo. Dobbiamo riuscire a diventare sempre più pratici, cinici, perché questo può a lungo andare fare la differenza e allo stesso tempo non perdere mai l’equilibrio che devi avere in entrambe le fasi. Su questo secondo me siamo migliorati molto, ma possiamo fare ancora meglio”.

Tornando con una domanda alla partita con la Juve, al Cagliari è mancato e manca un costruttore di gioco? Si parla di Prati, di Marin, di Viola e di Gaetano, che sono i giocatori che hanno nel loro potenziale la costruzione di gioco. C’è la possibilità di vederli dal primo minuto nella sfida contro il Bologna? “Se ci si riferisce al primo tempo contro la Juventus, a parte che poi la partita è già passata, noi dovremmo parlare del Bologna, ma per rispondere a questa domanda io credo che non sarebbe bastato un costruttore di gioco perché la strategia era chiara, era evidente ed era quella di togliere gli spazi alla Juventus. Per il resto, la partita poi è stata costruita nel secondo tempo scegliendo una strategia completamente differente, quindi un baricentro diverso, aggiungendo un giocatore sulla prima linea di pressione degli attaccanti, cercando di andare più a allargare il gioco e conquistare gli spazi, Cosa che avremmo potuto fare anche nel primo tempo, ma forse per una sorta di caratteristiche, forse perché sono stati particolarmente abili gli avversari, che arrivavano da una situazione non piacevole, nel primo tempo la Juventus credo abbia fatto veramente una partita di grande qualità, e questo va accettato”.

Sul poco utilizzo, niente nel primo caso, di Prati e di Mari, per Nicola sono scelte dettate da tanti fattori. “Io credo che valga ciò che si è costruito nel tempo e quindi, ovviamente, la squadra ha un’identità dove qualcuno ha giocato più di altri. Ma ciò non toglie che da qua alla fine delle 12 partite che rimangono, qualcuno abbia anche più di uno scampo di partita e possa essere determinante. Nel momento in cui accade, non servirà più niente parlare di nulla perché quello che conta è quello che tu fai in campo. E l’unico modo che hai per dimostrare che meriti più minutaggio”.

Dietro le parole dell’allenatore, sembra esserci una spiegazione evidente: chi merita, alla fine il suo spazio lo ha sempre. Nelle ultime due partite, il tecnico rossoblù ha scelto di lasciare in panchina il trequartista (Viola o Gaetano) per infoltire la mediana. E’ andata bene con l’Atalanta, malissimo con la Juventus.

Anche a Bologna sarà uno schieramento sulla difensiva, con maggiore quantità in campo e minore qualità? «Nel momento in cui tu devi rischiare lo fai, nel momento in cui non sarebbe rischiare non lo fai. “A me il concetto di quantità piace poco – ha replicato Nicola alla specifica domanda -. La quantità solitamente si utilizza quando non riesci a mettere della qualità. Noi, secondo me, abbiamo la quantità necessaria, ma dobbiamo a volte migliorare la qualità necessaria per poter competere contro qualsiasi avversario. Poi non è vero che non ci manca il trequartista, la tattica di principio nelle ultime due partite ha previsto magari l’utilizzo di un centrocampo più a tre: uno perché incontravi l’Atalanta dove secondo me abbiamo fatto molto bene. La stessa tattica con la Juve, ma con un atteggiamento che doveva essere un po’ diverso. Così non è stato. Ma questo è stato per la bravura della Juventus e quindi io quando succede questo, riconosco sempre i meriti degli avversari. Nel palleggio, non siamo riusciti sempre ad arrivare con il giusto tempo delle pressioni. Nel momento in cui non ce la fai, sei costretto ovviamente più a scivolare, più a girare. E perdi ulteriormente vari centri in cui devi andare a cercare di recuperare la palla. Secondo me si poteva fare entrambe le cose, c’era il momento in cui dovevi creare densità e intercettare, c’era il momento in cui potevi riconoscere la possibilità di essere maggiormente aggressivo per interrompere l’azione avversaria. Non ci siamo riusciti più per la qualità di palleggio della Juventus che non per demerito nostro. A quel punto devi lavorare in maniera più coraggiosa e più, diciamo, tempista con chi sta nella linea difensiva, quindi uscire rompendo la linea e aggredire l’avversario tra le linee”.

Il Cagliari domenica scorsa lo ha fatto nel secondo tempo, esponendosi a tre ripartenze, come normale che sia. “Per la partita che ci vedrà opposti al Bologna – chiude Nicola – noi abbiamo già scelto quale sarà la strategia e da questo punto di vista siamo curiosi perché secondo me noi abbiamo un buon modo di esprimerci. Alle volte ricerchiamo ancora quell’equilibrio che ti permette di esprimerti senza perdere troppo baricentro. Il Bologna è una squadra che presenta delle difficoltà legate a questa grandissima aggressività che utilizzano anche quando tu hai la palla nella prima linea di pressione, quindi noi dovremmo essere bravi ad avere un palleggio veloce, con pochi tocchi, sicuro, capace di andare a prendere gli spazi che ti liberano loro”. Facile a dirsi, non molto semplice da mettere in partica. Anche i tifosi sono curiosi di sapere come sarà domani il Cagliari.

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