L’avvicendamento Lopez-Pulga non ha dato la scossa, ma per il Cagliari la salvezza è vicina

Il Cagliari non cambia, ma la salvezza è più vicina

Giustamente c’è ottimismo nell’ambiente cagliaritano dopo il risultato utile di sabato scorso. Il Cagliari è tornato a +8 dalla zona rossa della retrocessione e il calendario gli è amico dato che Livorno, Bologna e Sassuolo devono avere a che fare con squadre di medio-alta classifica in lotta per i posti che contano. Per questo Pulga sorride ancora dopo il pareggio rimediato in casa della penultima in classifica. In origine, un pareggio di questo genere avrebbe destato delusione, ma è raggiunto da una squadra nervosa, in crisi, involuta. È raggiunto in momento, quindi, dove quel che arriva si prende con molta amarezza nel cuore ma anche sollievo. Viste le qualità dei rossoblù, le magre figure rimediate nell’ultimo mese e mezzo – ma anche durante tutta la stagione – sono da archiviare al più presto per pensare al futuro con meno patemi d’animo.

Se Cellino pensava, con l’avvicendamento Lopez-Pulga, di dare una scossa alla squadra, non ha sortito gli effetti sperati. Non ci si aspettava un Cagliari particolare a Reggio Emilia, ma certamente una formazione con maggior mordente e meglio propositiva. Così non è stato per quanto visto in campo, a parte il risultato finale. Lo spettacolo offerto è stato di basso livello, con pochi spunti positivi e tanta voglia di pigliare quel punticino deciso all’inizio. Un rigore piuttosto casuale e molta fortuna – ovvero i tanti errori degli attaccanti emiliani sotto porta – hanno evitato una sconfitta su cui nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Diversamente da Bologna e Torino, ha viaggiato la capacità del caso di accompagnare la palla fuori, assolvendo così le disattenzioni di difesa e centrocampo (molto grave l’errore di Astori sul gol di Zazà), lasciati nel pieno marasma in cui questa squadra è stata catapultata dalle condizioni societarie di questi ultimi cinque mesi.

Quindi cambiare per non cambiare. Con l’ausilio di dirette concorrenti così mediocri da non saper fare punti. Perché se sotto avessero viaggiato a ritmo elevato, per il Cagliari sarebbe stato difficile risolvere i problemi interni nel posto tempo rimasto. A cinque gare dalla fine, ogni passo indietro del Cagliari sono almeno tre passi indietro per delle inseguitrici immobili, inermi, incapaci di provare una minima reazione. E con una di queste la squadra del fù Diego Lopez ha pure perso (malamente) in casa in una delle giornate più brutte di questo campionato.

Cambiare per non cambiare anche nella gestione. Il diverso modulo non ha dato frutti, il Sassuolo ha avuto la meglio imbrigliando le punte e schiacciando il Cagliari nella propria metà campo. Tra un Ibarbo prima punta senza punti di riferimento, un Sau in modalità difensore ed un Ibraimi senza la minima idea di come saltare l’uomo, l’attacco è rimasto impantanato nel manto argilloso della trappola neroverde. Non un break, non la volontà di voler ripartire in contropiede. Una classica squadra quasi sufficiente, intenta a fare il compitino che le avrebbe concesso di portare a casa le cuoia. Ovviamente non si poteva chiedere al nuovo allenatore – che poi tanto nuovo non è – un cambiamento radicale, ma una accelerazione, un impeto sarebbero stati necessari. Questo non è avvenuto nella prima gara, potrebbe capitare magari col Genoa già salvo a Marassi, dove si potrà strappare un altro punticino utile ma degradante. E avere magari una riprova del fatto che questa formazione non sia figlia solo di Lopez ma di un duo che ha maturato un’altra direzione rispetto a quanto catturato lo scorso anno.

Un risultato utile col Genoa e successivamente in casa col Parma daranno la salvezza con qualche turno d’anticipo. È sempre più evidente che il limite da raggiungere siano i 35 punti, segnando un netto passo indietro del livello del campionato italiano di Serie A, incapace di fornire formazioni competitive sia in Italia che all’estero. Probabilmente il Cagliari comincerà ad esserlo a partire dalla prossima stagione, dopo che a fine campionato verrà formalizzato il passaggio di consegne da Massimo Cellino alla nuova società fatta dagli italiani, arabi e americani mediati da Silvestrone.

Simone Spada

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