La Spagna vince per la quarta volta il titolo di campione d’Europa. Le Furie Rosse schiantano l’Inghilterra, prima è Nico Williams a sbloccare il risultato, poi tocca a Oyarzabal chiudere i conti nonostante il momentaneo pareggio di Palmer.
Luis de la Fuente non cambia niente, confermando un modulo (4-2-3-1) che fin dall’inizio dell’Europeo ha permesso alla Roja di raccogliere frutti. Il ct mantiene a centrocampo Dani Olmo, chiamato a sostituire dai quarti Pedri dopo l’infortunio con la Germania, e ritrova in difesa i due reduci dalla squalifica, Le Normand e Carvajal. Southgate, si affida quasi allo stesso undici, con Kobbie Mainoo e Declan Rice in mezzo al campo, con Phil Foden, Jude Bellingham dietro al capitano Harry Kane in attacco. L’unica novità è la presenza di Luke Shaw al posto di Trippier, chiamato ad occuparsi di Lamine Yamal, il più giovane a giocare una finale europea (17 anni appena compiuti).
Pronti via, la Spagna prova a spingere tenendo in mano il pallino del gioco (70% il possesso palla alla mezz’ora), ma la difesa dei Tre Leoni tiene, con il primo tiro in porta delle Furie Rosse che arriva solo al 28’ (Fabian Ruiz): Pickford, aiutato anche da una deviazione, blocca senza problemi. L’Inghilterra resta compatta e prova a crescere col passare dei minuti, pur costretta ad agire di rapina e con Kane obbligato a muoversi un po’ troppo lontano dalla porta per sostenere la manovra dei suoi. L’occasione più ghiotta per gli inglesi è quella di Foden, sugli sviluppi di una punizione, ma Unai Simon non si lascia beffare. I più anonimi, nei primi 45’ minuti, sono i due capitani, Harry Kane da una parte e Alvaro Morata, frenati dai pochissimi rifornimenti costruiti dalle rispettive squadre.
Nella ripresa, la Spagna è costretta a rinunciare a Rodri, out per i postumi di un movimento innaturale, ma in un minuto e 20’ la Roja sblocca il match con i suoi due ragazzi terribili, Yamal autore dell’assist e Nico Williams, capace di mettere il secondo sigillo in questo Europeo dopo quello alla Georgia, spiazzando l’estremo difensore inglese. L’Inghilterra accusa il colpo e infila un errore dietro all’altro, con Morata che prova a chiudere il match, trovando pronto, quasi sulla linea di porta Stones, seguito a ruota dall’attaccante basco, in una sorta di monologo iberico. La risposta di Bellingham si fa attendere, ma è lui a far correre un brivido lungo la schiena degli spagnoli, anche se il tiro finisce di poco a lato. È giusto un sussulto, poi è Yamal a rendersi pericolosissimo, costringendo Pickford ad una deviazione decisiva.
Southgate, però, ancora una volta non sbaglia i cambi e stavolta l’uomo della Provvidenza è Palmer, ispirato da Bellingham (a innescare la ripartenza dei Tre Leoni è l’errore di Zubimendi), capace di annullare il vantaggio spagnolo dopo meno di 3 minuti, con una rasoiata imprendibile. È sempre Yamal a battersi per evitare i supplementari, ma il portiere di proprietà dell’Everton si supera ancora. La Spagna spinge e non smette di credere dell’impresa. È quasi sul gong che le Furie Rosse pescano il jolly con l’altro subentrato, Oyarzabal che, servito da Cucurella, anticipa Pickford e riporta il trofeo a tingersi dei colori della Spagna.