La Dinamo Banco di Sardegna si prepara al prossimo impegno di campionato, che la vedrà impegnata in trasferta contro Brescia. Dopo la sofferta vittoria in Coppa contro l’Anwil, la squadra sassarese si trova ora ad affrontare una delle formazioni più in forma del campionato. La Germani Brescia, guidata da coach Poeta, ha infatti iniziato la stagione in modo eccellente, dimostrando grande solidità e un attacco prolifico. Per la Dinamo si prospetta quindi una sfida impegnativa, che richiederà il massimo impegno e concentrazione per tutti i 40 minuti di gioco.
In vista di questo importante match, coach Markovic ha condiviso le sue riflessioni durante la consueta conferenza stampa presso la Club House societaria: “Abbiamo riposato, ci alleneremo oggi dopo Anwil e in due giorni cercheremo di preparare al meglio il match contro Brescia. Gara difficile, uno dei migliori roster del campionato, hanno taglia, atletismo, per essere competitivi, la chiave sarà l’equilibrio nel proteggere il nostro canestro e nel fermare i loro protagonisti”.
L’allenatore ha poi sottolineato l’importanza di mantenere alta l’intensità per tutta la durata dell’incontro: “Non è sufficiente giocare 10 o 20 minuti contro squadre come Brescia, per competere dobbiamo fare una partita totale per 40 minuti, non ci si può permettere di avere cali e di non essere al top.” Markovic ha anche evidenziato gli aspetti su cui la squadra deve concentrarsi per migliorare: “Per prima cosa non dobbiamo fare errori banali che sono stata la costanza nelle partite, leggere le situazioni, essere pronti, la concentrazione per noi è fondamentale”.
Anche Brian Fobbs ha condiviso le sue impressioni sulla sfida imminente e sullo stato della squadra. “Non c’è una vittoria più bella di un’altra, le vittorie aiutano a lavorare meglio, ad aumentare la fiducia, a crescere, a fare il salto di qualità, noi dobbiamo migliorare, ne siamo consapevoli e cerchiamo di farlo tutti i giorni”. Fobbs ha anche parlato del processo di costruzione del team: “Siamo una squadra nuova, stiamo cercando di trovare la nostra identità. Il coach è tosto, duro ma crede in noi, nel gruppo stiamo bene, c’è chimica, siamo consapevoli che dobbiamo lavorare molto.”