di Luciano Onnis
Tu chiamala, se vuoi, punizione. Per la società, solo l’esigenza di stare assieme per serrare i ranghi in vista del prossimo delicato impegno di campionato. Il ritiro anticipato che parte questo pomeriggio, tre giorni prima della partita di venerdì alla Unipol Domus con il Genoa (20,45), non sarebbe quindi un provvedimento punitivo. Di certo il presidente Giulini non è rimasto molto contento della sconfitta subita a Bologna e in particolare del secondo tempo della squadra, molto simile ai primi 45 minuti della precedente partita con la Juventus.
La condotta passiva vista nelle due ultime partite perse, non è più consentita. Venerdì il presidente, così come i tifosi, vogliono vedere un’altra squadra perché lo scontro con il Genoa è di una importanza estrema. Per due semplici motivi: 1) conquistando i tre punti, il Cagliari salirebbe in classifica a quota 28, tracciando un solco abbastanza profondo con buona parte delle inseguitrici, se non addirittura con tutte; 2) i giocatori cagliaritani devono lavare l’onta delle sconfitte con Juventus e Bologna, non tanto per il risultato (che può starci visto il valore delle due compagini avversarie), quanto per come è arrivato. Il primo tempo con la Vecchia Signora alla Unipol Domus e il secondo contro i felsinei al Dall’Ara, sono stati a dir poco imbarazzanti per la pochezza della squadra di Nicola, sotto tutti gli aspetti. Contro il Bologna, si sono create a metà del primo tempo le condizioni per fare la partita che si voleva. Difendersi e ripartire. In vantaggio inaspettatamente per il gol di Piccoli nell’unica azione d’attacco creata, c’era da far girare a vuoto gli avversari e colpirli nuovamente con rapide ripartenze. I bolognesi venivano dal dispendioso recupero di campionato di tre giorni prima e per recuperare avrebbero pagato dazio nella tenuta fisica. Si trattava di aspettare il loro crollo nella parte finale di gara. Ma il Cagliari queste cose non le sa fare.
Nel calcio, per essere un killer cinico e spietato, servono qualità tecniche, agonismo e personalità. Doti che non esistono, almeno attualmente, nel bagaglio dei giocatori della rosa cagliaritana. Contro il Bologna, si è rivisto un Cagliari confusionario, annebbiato, raramente capace di tre passaggi giusti consecutivi e prevalentemente all’indietro o in orizzontale. In avanti solo lanci lunghi per l’isolato Piccoli, circondato da avversari e costretto a tenere da solo il peso dell’attacco data l’inutilità di Luvumbo nel ruolo di punta centrale. I giocatori di Nicola sono arrivati quasi sempre secondi su tutti le palle vaganti, perdendo una quantità industriale di palloni. Ce ne è stato d’avanzo per valutare la partita del Cagliari come una prestazione disarmante. I segnali di cedimento si erano già visti con la Juventus, squadra in crisi e con il morale a zero per l’eliminazione dalla Champions.
La compagine ha confermato a Bologna che la squadra non gira. La condizione mentale è fortemente in regresso, sembra essere subentrata una sorta di appagamento quando invece ci sarebbe da lottare con il sangue agli occhi su ogni pallone. Potrebbe trattarsi di una flessione fisiologica passeggera, e questa è la speranza in casa rossoblù. Ma anche l’allenatore dovrebbe forse rivedere qualcosa nella parte tattica. Ha sposato il 4-2-3-1 come schema base e rinunciato al trequartista, incanalando il gioco sulle fasce per i cross al centro a vantaggio di Piccoli. Ma i traversoni se non gli azzecca Augello, gli altri non riescono generalmente a buttare al centro palloni decenti. Il risultato è che il gioco dei rossoblù diventa di facile lettura per gli avversari, con risultanze conseguenti.
Il Cagliari, non è un novità, non riesce a costruire gioco e occasioni da rete. Il centrocampo non ha menti pensanti e piedi buoni che sappiano illuminare dal basso e sulla trequarti. Marin viene utilizzato a corrente alternata, Prati è parcheggiato fuori dall’orbita della squadra, su Gaetano l’allenatore non sembra nutrire molta fiducia, Viola va verso i 36 anni e i suoi limiti agonistici sono inevitabili ed evidenti. Il materiale umano a disposizione del mister è, purtroppo, quello che è e con questo bisognerà andare avanti fino al termine del campionato.
La lotta per la salvezza sembra essersi ormai ridotta a evitare la terzultima posizione. Due posti per la serie B se li sono già aggiudicati e Monza e Venezia, il terzo se lo giocheranno Parma, Empoli, Lecce, Cagliari e Verona. Tra tutte queste, si salveranno quelle che avranno più testa e fame di risultati.