Per il Cagliari, un calcio mercato di riparazione con una sola luce e diverse ombre. Partito a razzo con l’exploit dell’acquisto felicissimo del portiere Caprile – scambio di prestiti con Scuffet al Napoli, ma per la società rossoblù il diritto di riscatto a 8 milioni -, ha poi tirato i remi in barca in attesa dei saldi finali.
Una strategia che certe volte ha pagato, altre un po’ meno. Nell’ultima settimana sono andati via, oltre a Scuffet, anche Wieteska, Azzi e Lapadula, l’ultimo giorno è arrivato tale Coman, giocatore rumeno che neppure l’allenatore Nicola conosceva. E questo è di per se un fatto abbastanza grave. Non sono invece arrivati una punta di spessore da affiancare a Piccoli, un laterale difensivo di fascia destra come alternativa a Zappa, un centrale che andasse a occupare il posto lasciato vuoto da Wieteska. E’ stato invece preso, come detto, il rumeno Coman, un esterno che andrà a sovrapporsi a Felici, una delle sorprese di questo campionato assieme a Zortea. Era davvero necessario prendere un esterno d’attacco considerato che in quel ruolo (a sinistra o a destra) c’è in rosa anche Zito Luvumbo, da un mese infortunato ma prossimo al rientro? Un acquisto del tutto inaspettato, quello del rumeno. Non risulta fosse fra le richieste di Davide Nicola, che forse non ne sentiva la mancanza e la necessità.
Come lo stesso mister ha ammesso nella conferenza stampa dopo la sconfitta con la Lazio, non conosceva il giocatore e se lo è andato a vedere su Youtube appena gli hanno comunicato di averlo acquistato. Se così fosse – e non c’è da dubitarne -, non si può che restare perplessi davanti a un acquisto fatto all’insaputa dell’allenatore. Magari alla fine risulterà un affarone, ma al momento è solo un punto interrogativo.
L’affare Coman, arrivato a costi minimi, è la conferma che il Cagliari non ha margini finanziari per muoversi sul mercato in entrata. Prendere o lasciare quello che poco che si trova ai saldi, altro la società del presidente Giulini non può fare. La voce ricavi per cessioni effettuate, è anche questa ridotta ai minimi termini, quasi zero. Giusto il risparmio sugli stipendi. Secondo i conti di Transfermarkt, la società di Giulini ha introitato dalle cessioni di Azzi, Wieteska (pagato due anni fa un sacco di soldi, così pure Hatzidyacos) e Lapadula, la miseria di 200mila euro. Una conferma che la merce rossoblù è poco ambita e su questo ci sarebbe da fare un discorso molto lungo e articolato.
In definitiva, è stato un mercato decisamente deludente. I giocatori che servivano non sono arrivati, eccezion fatta per il portiere Caprile. Serviva come il pane una punta centrale da affiancare o sostituire Piccoli a ogni evenienza, ma non solo non è stata presa, è stato ceduto Lapadula che, con Pavoletti, poteva essere in emergenza la punta da mandare in campo.
L.O