Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, non fa molti giri di parole per spiegare la situazione di crisi che attraversano le società calcistiche dopo oltre un anno di pandemia. In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica il numero uno del Cagliari ricorda che “il sistema è al collasso, non siamo stati inseriti nel decreto ristori e non abbiamo garanzie su quando verranno riaperto gli stadi”. Una situazione che sta pesando sulle società di serie A costrette a rivedere i conti e stringere la cinghia. Per il patron del Cagliari non ci sono molte soluzioni all’orizzonte tanto che l’ipotesi sarebbe una protesta clamorosa: “Dovremmo avere il coraggio di non scendere in campo alla prima di campionato. Non è possibile che non ci sia permesso di fare calcio. Si rischia di far scappare imprenditori seri che ci mettono denaro, passione, non vedono un briciolo di sostegno dal governo e non hanno garanzie che da agosto si riaprano gli stadi”.
Il presidente del Cagliari ribadisce che “a fronte di perdite enormi, non abbiamo ricevuto aiuti”. Dunque a fronte di questa situazione ci si prepara a un altro campionato con molte incognite a partire dall’organizzazione stessa della Lega calcio: “Il problema sono gli interessi differenti tra le grandi, medie e neo promosse. A noi come Cagliari interessa avere un campionato con più squadre possibili. I grandi hanno invece interesse ad avere meno club per giocare più partite europee: serve buon senso e sintesi tra le parti. La Francia ha votato il ritorno a 18 squadre: è il numero congruo per migliorare l’appetibilità del campionato, ma a quel punto con massimo una retrocessione, più un’altra squadra che spareggia con la seconda di B o con la vincente di un play-off di B”.