Il Cagliari a una svolta, Lopez rischia il posto

Troppo arrendevole. Molle, incapace di reagire. Una squadra, seppur buona, con queste caratteristiche è destinata a soffrire. Per molto tempo, troppo tempo, si è data come scusa di questo atteggiamento in campo il fatto che la squadra fosse costretta a viaggiare spesso e quindi a dimezzare le proprie energie. È probabile che i viaggi facciano il loro effetto se nelle ultime due trasferte il Cagliari è apparso proprio così, arrendevole e molle. Capace di contenere l’avversario ma di non fargli paura. Per questo i tifosi ci vedono barlumi di un vecchio Cagliari di Ventura in questa nuova gestione targata Lopez.

Due trasferte, quattro gol subiti, nessuno fatto. Un primo tempo decente, un secondo tempo disastroso. Dopo aver subito il gol, il Cagliari è stato capace di portare al termine appena quattro tiri in due gare: un po’ poco per chi deve recuperare lo svantaggio. Il Cagliari di Ballardini ma anche quello di Allegri insegnano che finché la partita non si è chiusa, occorre continuare a lottare. La squadra di Ballardini non si sarebbe mai salvata se non avesse battuto il Napoli negli ultimi due minuti di una gara da batticuore in quel freddo ma passionale 27 gennaio 2008. Il problema qui è che anche avendo 30 minuti a disposizione, la squadra non ha fatto altro che contenere, sbagliare, provare timidamente ad avvicinarsi all’area di una compagine abbordabile e in crisi.

Massimo Cellino ha passato la nottata tra domenica e lunedì al telefono, gonfio di rabbia, a sfogarsi con dirigenti e allenatore. Ed ha annunciato: “Metto tutti sotto esame, soprattutto l’allenatore”. Parole che hanno scatenato un via vai di voci, di pareri sulla posizione pericolante di Diego Lopez. Perché questa posizione? Si chiederebbe qualcuno. Dopo tutto il Cagliari è decimo con un discreto margine sulla terz’ultima. Ma ciò che preoccupa è questa difficoltà di dare una scossa alle gare, l’incapacità di essere efficaci e decisi. Col Catania si è vista la difficoltà della squadra di venire a capo di una avversaria in dieci e non irresistibile. E’ questo il Cagliari che vuol lottare per arrivare in Europa League? È possibile che questo Cagliari pieno di giocatori appetibili sul mercato non riesca ad essere una squadra killer, capace di strappare con sicurezza vittorie preventivabili come capitato fino ad ora a Verona e Atalanta?

Il Cagliari è lo specchio caratteriale del suo allenatore. Tranquillo, bravo, ma talvolta molle e confusionario. Esattamente com’era Lopez da calciatore. “È mancato qualcosa in fase di realizzazione – ha detto in conferenza stampa -. Dobbiamo lavorare in allenamento, come stiamo facendo, per migliorare tanti aspetti. Contro la Lazio è vero che mancava mezz’ora, c’era il tempo per recuperare, ma non siamo riusciti a rientrare in partita. Non era facile, ma non deve succedere”. Ovviamente la gara con il Bologna rappresenta un esame di alto livello: perché si gioca in casa, perché agli altri mancherà il faro Diamanti, per tenere dietro una diretta concorrente alla salvezza, per dare maggior morale in vista delle prossime gare.

In caso di risultato poco soddisfacente è già partito il toto-allenatore. L’esonero di Lopez è previsto entro domenica, ma è anche vero che di allenatori buoni in giro ce ne sono pochi. Ecco perché la squadra potrebbe essere riaffidata a Pulga, già traghettatore dello scorso campionato con buoni risultati. Ma la sensazione è che il Sant’Elia possa fare ancora una volta la differenza con i suoi cinquemila tifosi a cantare e sostenere la squadra come sempre. Fin quando ci saranno loro, Lopez potrà dormire sonni tranquilli.

Simone Spada

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