Tre giorni e mezzo di riposo premio e di ricarica delle batterie per i giocatori del Cagliari reduci dalla scintillante prova di fuoco con il blasonato Milan straniero dei ricchi americani. Non per tutti, però, perché in sette i rossoblù hanno risposto alla chiamata delle rispettive nazionali e il riposo se lo giocheranno in campo. La sosta del campionato italiano, al pari degli altri, servirà a mister Nicola e al suo staff di fare una messa a punto della macchina Cagliari e di recuperare energie psicofisiche, oltre che sciogliere alcuni punti interrogativi di non semplice soluzione. Primo fra tutti il ruolo del portiere, diventato inaspettatamente un anello debole della squadra cagliaritana. Non mancano precise responsabilità della società e adesso anche dell’allenatore.
Scuffet, portiere che lo scorso campionato ha degnamente custodito la porta cagliaritana, è stato destabilizzato in estate quando è trapelato che la società avevano messo nel mirino della campagna acquisti il portiere Silvestri (da giovane già al Cagliari), in uscita dall’Udinese. Voci di corridoio riferirono che l’interessamento della dirigenza rossoblù per un portiere titolare era dovuta solo alla possibilità che Scuffet passasse al Milan per fare il dodicesimo di Maignan, in quel tempo infortunato e con la possibilità di saltare la prima parte di campionato. Poi si è capito che Silvestri interessava a prescindere dalla cessione di Scuffet, con lo scopo di creare un sano dualismo nella difesa della porta cagliaritana. Scuffet si è sentito probabilmente messo in discussione e in questo campionato la sua condizione psicologica ne ha risentito, tant’è che le sue prestazioni sono state altalenanti e non soddisfacenti come nel recente passato. Fino ad arrivare al flop contro la Lazio quando ha regalato agli avversari il gol dell’1-0 dopo due minuti di gara ed è rimasto palesemente penalizzato dall’errore. Nicola ha ritenuto che avesse bisogno di riposo e contro il Milan lo ha lasciato in panchina, preferendogli l’incognita Sherry, all’esordio in serie A senza aver mai dato da dodicesimo le necessarie garanzie.
La prestazione del portiere serbo contro i rossoneri milanisti non è stata esente da errori e insicurezza, facendo perfino rimpiangere lo spento Scuffet degli ultimi tempi. Domanda: era proprio il caso di effettuare il cambio fra i pali nel momento in cui il titolare aveva invece necessità di sentire la fiducia dell’allenatore e della società con una riconferma nonostante gli errori contro la Lazio? Adesso Nicola si trova a dover gestire due portieri in crisi di identità e psicologicamente ai minimi termini. Dovrà essere bravo il mister a recuperare in tutta fretta i suoi numeri 1, in particolare il titolare Scuffet. Possibilmente senza fargli capire – se così dovesse essere – che la società sta cercando un altro portiere da prendere a gennaio alla riapertura della parentesi di calcio mercato.
L.O.