“Piacere, sono Josè Palomino, nuovo (e anziano, ndc) difensore del Cagliari. Mi scuso del ritardo di un anno, ma adesso sono qui”. Presentazione ufficiale alla stampa, e quindi ai tifosi, del difensore argentino, prima della partita amichevole in famiglia fra il Cagliari di Davide Nicola e la Primavera di Fabio Pisacane.
“Si, dovevo arrivare l’anno scorso, ma non era stato possibile. Sono felice di essere stato chiamato ancora una volta, e adesso sono qui”. Arriva per rinforzare la difesa rossoblù, destinato a comporre con Yerry Mina e Luperto la cerniera della difesa “a tre”. Sarà presumibilmente il terzo di destra (di moda oggi chiamarlo “braccetto”), lui che è un mancino naturale.
Un adattamento, quindi? “Mi sono trovato bene in questa posizione che mi ha ritagliato l’allenatore. Contate che è un anno che non giocavo e che quindi la condizione fisica non è al massimo. Bisogna capire con il mister qual è la posizione giusta per me, ci stiamo lavorando. Sono rimasto fuori squadra nell’Atalanta per circa un anno, ma non ho mai smesso di essere un professionista serio e allenarmi regolarmente con il massimo impegno. Con l’Atalanta ci siamo dati tanto reciprocamente”.
Non nasconde le sue umili origini in Argentina e di venire da una famiglia povera. “Quando ho cominciato a guadagnare bene ho dato una mano alla mia famiglia, come fanno e devono fare tanti ragazzi che fanno strada. Da ragazzino ho fatto u po’ di tutto, dal venditore di giornali a quello di panini. Gli sforzi della mia famiglia mi hanno fatto crescere tanto, vale per me come per i miei fratelli. Poi ho avuto la fortuna di essere un giocatore di calcio e questo mi ha dato tanto, soprattutto a livello di testa. Ho imparato tante cose. Adesso infatti devo chiamare mia mamma, lo faccio continuamente”.
Parole dette con un velo di commozione che gli fa onore. E’ arrivato a Cagliari dopo sette anni di Atalanta “perché volevo rimanere in Italia e perché ho avuto la sensazione che qui a Cagliari ero voluto davvero”. Dice di non sentirsi come un “retrocesso” e che la sua ambizione è “quella di continuare a migliorarmi”.
Come è il rapporto con l’allenatore Nicola? “Prima di venire al Cagliari ho parlato con lui, mi è sembrato un allenatore con la sua precisa identità e tanta voglia di fare. Mi ha detto chiaramente che da me si aspetta la mentalità e la voglia di fare bene in campo”. Farà coppia con Yerry Mina, altro sudamericano con cui potrebbe entrare in competizione per un posto in squadra. “Se stiamo bene entrambi, non vedo problemi a giocare assieme. Diversamente sarà una sana competizione”.
Lo striscione che gli hanno dedicato i tifosi dell’Atalanta allo stadio gli ha fatto un piacere immenso “E’ stato un bel gesto, ho tanta stima per loro dopo tutti questi anni assieme. Hanno fatto una bella cosa”. Fine della conferenza stampa, il campo lo attende per l’amichevole con la Primavera. Anche qui non mancherà il suo impegno di grande professionista.
L.O.