di Luciano Onnis
L’illusione di un risultato positivo e perfino di una vittoria, è durata lo spazio del primo tempo, poi si è sciolta come la neve al sole della primavera. Trovato per caso il gol del vantaggio al 22’ con l’unica azione portata nell’area avversaria nei 45 minuti iniziali, il Cagliari ha retto fino al riposo più che per demerito degli avversari che per propria capacità, poi al ritorno in campo è sprofondata ancor più nel non gioco e consentito al Bologna di recuperare lo 0-1 e portarsi addirittura in vantaggio 2-1 in undici minuti.
La squadra di Davide Nicola, ad esclusione del gol di Piccoli, non ha mai creato problemi agli avversari e ha girato a vuoto in ogni zona del campo. Il motto creato dall’allenatore a “A facci manna” in una delle rare prove veramente convincente della sua squadra, è stato messo nel cassetto e i rossoblù sono tornati a essere quella formazione votata a subire che molto spesso abbiamo visto in campo. Non illudano i 25 punti raggranellati finora, che comunque vanno accolti come la manna di dio per come è strutturata la squadra. Il Cagliari è lì solo perché le concorrenti glielo permettono. Alla volontà e al sudore in campo, non si abbina purtroppo la qualità. Talvolta si riesce a farla franca e fare punti, ma ciclicamente riemergono la povertà tecnica e l’insufficienza agonistica complessive dell’organico a disposizione dell’allenatore. Lo si è visto anche oggi con il Bologna: passaggi sbagliati in continuazione, azzeccarne tre consecutivi è una eccezione che conferma la regola del due, tanti i palloni persi nelle ripartenze, non c’è un cristo che accenda la luce in campo con una giocata di classe. In compenso tanta confusione nelle posizioni e nella testa dei giocatori, e non solo.
Nicola ha cercato disperatamente di ravvivare l’attacco affiancando al solitario Piccoli il rientrante Luvumbo fin dall’inizio, ma quella del mister è stata la mossa della disperazione alla ricerca di un partner per l’unico vero attaccante nelle disponibilità. Ma ancora una volta l’angolano ha dimostrato che non è un punta centrale, che lì in mezzo si perde e viene sovrastato regolarmente da uno dei due centrali avversari che gli stanno alle costole. Zito è bravissimo a spaccare le partite in corso d’opera, non a farle. Ha bisogno delle fasce, di giocare sugli spazi e di andare in verticale. Altrimenti è inutile. Non vogliamo credere che il tecnico rossoblù non lo abbia capito, pensiamo piuttosto che debba fare di necessità, virtù. Schierarlo col Bologna dall’inizio, è stato un rischio. Il congolese è appena rientrato per uno scampolo di partita domenica scorsa dopo due mesi di inattività, affidargli la maglia di titolare forse non si poteva e non si doveva. E manco a farlo a posta, si è rotto nuovamente ed è uscito anzitempo, con la prospettiva di dover stare fuori ancora a lungo.
La sconfitta con i felsinei ha ridetto anche altro. Tipo che la difesa sulle palle inattive è un disastro, che se aggredita sulle fasce lascia campo libero agli avversari (vedasi il secondo gol di Orsolini), che i due mediani Adopo e Makoumbou non sono sufficienti. Il congolese rimane il solito giocatore incompiuto. Non verticalizza e commette leggerezze impensabili. Ieri ne ha commessa una a dir poco cervellotica: in un contrasto in area, con l’avversario finito a terra, lui, anziché preoccuparsi del pallone e dei giocatori bolognesi a caccia del pallone nei pressi di Caprile, si è fermato per aiutare l’avversario a rialzarsi da terra, disinteressandosi dell’azione. Una cosa mai vista in un campo di calcio, figuriamoci a livelli professionisti. Ma, particolari ed episodi a parte, è stato l’atteggiamento della squadra a deludere.
L’arrembaggio finale, con la squadra piena di tutto il potenziale offensivo (chiamiamolo così) disponibile, è stato confusionario e senza forza penetrativa. La partita è scivolata via fino alla sconfitta, senza sussulti e senza neppure un punto da portare a casa. Nel commentare la partita, mister Nicola non condanna i suoi giocatori, ma ha ammesso che i ragazzi sono stati poco lucidi e talvolta poco determinati. In settimana lo spiegherà alla squadra.