Come è triste il Venezia, anche cinque mesi dopo. Quella che doveva essere la rivincita del 23 maggio scorso quando i lagunari già retrocessi avevano trascinato in serie B anche il penoso Cagliari targato Mazzarri (e Agostini nelle ultime tre gare), è stata invece una nuova umiliante sconfitta al cospetto dei lagunari, stavolta capaci di infliggere ai rossoblù un sonoro 4-1 in casa loro.
Un Cagliari decisamente imbarazzante, con un allenatore che non è sembrato avere la situazione in pugno e che in tre mesi di gestione non è stato capace di dare uno straccio di gioco alla squadra nonostante il grosso potenziale di cui dispone, ferma restando la cronica mancanza di un regista e di difensori validi.
Una sconfitta umiliante che mette a nudo le debolezze caratteriali del Cagliari e che, a questo punto, ha necessità di una brusca sterzata. Quale? La posizione di Liverani, finora apparentemente solida ma dietro le quinte già scricchiolante, si è fatta decisamente pesante.
Giulini e Capozucca non possono non aver preso atto del fallimento finora totale. Non tanto per i risultati deludenti e la classifica mediocre, quanto per quel che la squadra ha fatto vedere in campo. In sette partite, le note positive sono state pochine. Gli avversari concorrenti per le zone alte della classifica hanno fatto vedere e intravvedere ben altro. Il Cagliari, ora come ora, non è in grado di aspirare a un ritorno in serie A. Ci pensino, presidente e direttore sportivo, prima che sia troppo tardi.
La classifica si muove, il Cagliari rimane fermo. Liverani è stato accontentato in tutto e per tutto, gli sono stati acquistati i giocatori che lui voleva, i fedelissimi del Lecce capace di passare dalla serie C alla A. Ma i risultati non sono quelli auspicati. È vero, mancano ancora tre partite alle dieci che il mister aveva indicato come limite per capire cosa è e a cosa può ambire il suo Cagliari, ma non è pensabile che nelle tre gare ancora disponibili possa comparire miracolosamente una squadra diversa, in grado di rispettare le aspettative dei tifosi e della società. Ci si aspettavano in campo undici leoni dopo la debacle in casa con il Bari, giocatori con la rabbia in corpo. Invece solo confusione e approssimazione, le promesse della vigilia di Liverani di impostare un gioco che portasse più giocatori ad accompagnare l’azione di attacco e di conseguenza nel cuore della difesa avversaria, sono rimaste nei microfoni delle interviste pre partita.
“Sconfitta meritata sotto tutti punti di vista – ha detto Fabio Liverani nel post gara -, abbiamo perso sotto il profilo tecnico e tattico. Peggio delle precedenti sei. Non siamo riusciti a trovare giocate e ad affondare, ho provato anche con i cambi ma tutto inutile. Negli ultimi 20-25 metri ci manca parecchio. Abbiamo fatto tanti regali, dopo l’1-2 la partita si è messa definitivamente male. Faremo riflessioni durante la settimana”.
A testa bassa in sala intervista anche il capitano Pavoletti. “È veramente difficile parlare in questo momento – ha detto l’attaccante -, vorrei stare in silenzio, sono qui solo per rispetto del lavoro di voi giornalisti. Fa male, perdere in casa 4 a 1 è umiliante, poi con il Venezia che ha segnato la nostra retrocessione. Difficile trovare le parole giuste. Sono qui a parlare per non mancare rispetto a voi, società e dei tifosi. È il punto più basso che il Cagliari ha raggiunto in questo campionato”.
Come ha detto anche Liverani, servono riflessioni, attente e crude. Da parte di giocatori, tecnico e società. Si arrivi pure alle dieci partite di rodaggio chieste dal mister, ma attenti a non farsi cogliere impreparati in caso di ulteriori delusioni.
Luciano Onnis
Cagliari (4-3-2-1): Radunovic, Zappa, Goldaniga, Altare, Barreca; Nandez, Deiola, Rog (46°Makoumbou); Pereiro, Mancosu, Pavoletti. (All: Liverani)
Venezia (3-5-2): Joronan; Wisninewski, Modolo,Ceccaroni, Zampano, Busio, Andersen, Cuisance, Haps, Pohjanpalo, Novakovich. (All: Javorcic)
Arbitro: Cosso
Reti: 38’ Mancuso, 50’ e 66’ Cheryshev, 82’ Haps.
[Foto dal sito ufficiale www.cagliaricalcio.com]