Cucinati per il pranzo dell’ Immacolata, ma non cotti. Il Cagliari perde con la Fiorentina 1-0, ma solo a causa di un episodio negativo che non rende giustizia ai rossoblù. La squadra di Davide Nicola non ha sfigurato davanti ai più quotati avversari (terza in classifica) e anzi, almeno nel secondo tempo, li ha messi alle strette. I rossoblù hanno pagato ancora una volta l’incapacità di costruire occasioni da gol e per l’inconsistenza in area avversaria in quelle rare che capitano nel corso della partita.
Se ai gol non segnati si aggiungono poi i graziosi omaggi concessi agli avversari, allora occorre fare ammenda e accettare il verdetto del campo. Fra gli errori soliti dei rossoblù, c’è la cronica idiosincrasia dei centrocampisti e dei difensori di venire a rimorchio delle punte nelle azioni di attacco. Così come quella di coprire, in fase difensiva, il rimorchio effettuato da difensori e centrocampisti avversari che arrivano a supporto dalle seconde linee. Il gol della Fiorentina è stato fatto proprio in una simile circostanza, ma poteva essere evitato.
Un vero peccato perché la Fiorentina non si è mai resa davvero pericolosa, come peraltro ha fatto il Cagliari. Una partita che , in termini pugilistici, sarebbe dovuta finire con un “no contest”, 1–1 e tutti a casa. Ma il calcio non è una scienza esatta quando si parla di meriti, chi la butta dentro una volta più degli avversari (anche una sola volta), vince. E così è stato all’Artemio Franchi. Sia chiaro, la Viola non ha rubato niente, ha solo capitalizzato un episodio favorevole. Il Cagliari, schierato inizialmente con il 4-2-3-1, spesso trasformato in 4-4-1-1 fino alla rete viola, con Obert esterno difensivo sinistro al posto di Augello, portato più avanti, e Marin preferito ad Adopo nella mediana a due. Fuori quindi il più offensivo ma fumoso Luvumbo a sinistra e Viola anziché Gaetano.
Una scelta che francamente suscita qualche perplessità. Lo scugnizzo napoletano ha bisogno di giocare e di sentire la fiducia su di sé per tornare a essere quello dello scorso campionato. Non può riconquistare una condizione ottimale se gli si concedono opportunità a singhiozzo. Su Gaetano, 26 anni, è stato fatto dalla società un importante investimento, si rischia di bruciarlo per far posto a Viola che di anni ne ha 35 e che ha una limitata autonomia fisica. Nicola sa indubbiamente il fatto suo e avrà i suoi buoni motivi per ogni scelta fatta. La speranza è che abbia ragione lui. Intanto è cominciato non bene il finale del girone di andata. Sabato arriva alla Unipol Domus la straordinaria Atalanta di Gasperini e sarà dura fare punti. Poi il Cagliari se la vedrà con il derelitto Verona (attenzione alla bravura dei rossoblù nel resuscitare i morti), quindi il 29 con l’Inter e il 5 gennaio a chiudere con il l’abbordabile Venezia. Servono almeno 6 punti per rimanere in media salvezza, meglio se qualcuno in più. Con la Fiorentina è andata male, adesso caccia ai nerazzurri di ogni provenienza.
L.O.