Finisce a Udine la serie positiva del Cagliari, sconfitto per 2-0 dai friulani, ma ancor più dal harakiri praticato da un suo giocatore che ha consegnato su un piatto d’argento la vittoria alla squadra avversaria. Probabilmente la sconfitta, per quel che si era già visto in campo nella prima mezz’ora, sarebbe potuta arrivare comunque, ma non c’è dubbio che la follia calcistica di Antoin Makoumbou abbia condannato il Cagliari a tornare da Udine con le pive nel sacco.
Non è la prima volta che il giocatore franco-congolese mette nei guai la propria squadra con il suo comportamento irresponsabile. Già ammonito per un fallo stupidissimo ed evitabile, ne ha fatto un altro uguale. Lo scorso campionato lo aveva fatto più volte, facendosi buttare fuori dall’arbitro nelle fasi iniziali della partita. Dalle sue follie sono sempre arrivate pesanti penalizzazioni per la squadra e sono stati persi punti preziosi. Adesso la storia si ripete. Sarà forse il caso che società e allenatore tengano in massima considerazione questo lato negativo del recidivo centrocampista e ne traggano le conseguenze.
Sono infatti più i guai creati che i benefici prodotti dal suo apporto: anche bello a vedersi con il pallone nei piedi, ma la fumosità poi prende il sopravvento. Makoumbou a parte, per quanto visto fino all’espulsione del franco-congolese, le cose non promettevano bene per il Cagliari già da subito, completamente in ostaggio dei friulani. Mezz’ora di dominio assoluto dei padroni di casa, con i rossoblù incapaci di reagire al possesso palla degli avversari. Per iniziare le ostilità in campo, Davide Nicola ha pensato a un prudente 3-5-1-1 con Zappa, Mina, Luperto come cerniera difensiva, i cinque da destra Azzi, Adopo, Makoumbou, Marin e Augello, Gaetano a ridosso della prima punta Piccoli. Solo in fase di attacco, per quel poco che si è visto, la squadra ha tentato di passare al 4-2-3-1, ma senza risultati apprezzabili.
Al 30’, quando Makoumbou già ammonito nei primi minuti per un fallo stupido dopo aver perso un pallone facile sulla trequarti, si è ripetuto. Ha perso pallone e avversario e nel rincorrerlo non ha trovato di meglio da fare che allungare le mani e buttarlo giù. Da quel momento la partita è diventata più che mai a senso unico, con Nicola che ha scelto uno schieramento super difensivista con l’intento di limitare i danni e giocarsi tutto nella fase finale dell’incontro. Nel secondo tempo, la squadra è apparsa un tantino sollevata e, complice anche il calo dei padroni di casa, ha smesso di subire e tentato di mettere fuori la testa dalla propria metà campo. Di fatto, però, senza risultato. L’ingresso di due punte (Lapadula e Luvumbo) e il rimescolamento al centro, non ha cambiato l’andamento dell’incontro.
Il Cagliari non è riuscito a effettuare un solo tiro nello specchio della porta dell’Udinese in tutta la partita, giusto che alla fine sia arrivata una sconfitta. Ma ne Nicola né i giocatori hanno responsabilità più di tanto: la differenza l’ha fatta Makoumbou, recidivo nel favorire le squadre avversarie. La prossima partita in casa con il Bologna non ci sarà per la squalifica che arriverà puntuale. Ma forse sarà il caso che venga tenuto a riflettere in panchina per qualche tempo, se non addirittura in tribuna. E se a gennaio capita l’occasione, potrebbe anche essere pedina di scambio, come già sembrava la scorsa estate. I suoi errori sono purtroppo inversamente proporzionali al rendimento in campo.
L.O.