Partiamo dalle due note che hanno illuminato la partita al Mapei Stadium: il gol capolavoro di Keita Baldè (nella foto), un gioiello da mettere in vetrina internazionale, e la commovente partecipazione dei tifosi rossoblù che hanno raggiunto Reggio Emilia da tutto il nord Italia e anche dall’Isola. Come si fa a non ringraziarli e dar loro la giusta ricompensa con una vittoria che li renda felici per i sacrifici fatti? Il Cagliari ha giocato praticamente in casa, non ne ha approfittato. Un punticino che interrompe la striscia negativa di quattro sconfitte consecutive, ma che non serve più di tanto all’asfittica classifica dei rossoblù. Inutile giraci attorno, contro il Sassuolo serviva una vittoria, così non è stato. Si dirà che non perdere ancora una volta serve forse a tirar un po’ su il morale, è così in minima parte. Necessitano punti e vittorie, soprattutto quando si gioca con avversari alla propria portata, sebbene il Sassuolo sia una spanna sopra il Cagliari, e non solo in classifica. Il campionato non attende nessuno, soprattutto quando si annaspa nel fondo con l’acqua alla gola, e tutto diventa più difficile.
Se Mazzarri chiedeva una prova di carattere, oggi ha avuto una risposta positiva. I rossoblu hanno annaspato, ma non sono mai sprofondati e hanno cercato di ribadire colpo sul colpo. Il discorso è ormai vecchio come il cucco: non si può stare in serie A con una difesa da brivido. Non ce ne vogliano Zappa, Ceppitelli, Carboni (il meno colpevole) e soprattutto Lykogiannis se a questi livelli soffrono le pene dell’inferno. In mezzo il buco è una costante, anche perché i due centrali si devono spesso distaccare per andare in soccorso dei compagni sofferenti sulle fasce. Anche oggi il greco ne ha combinate diverse, rigore compreso. Se alla scadente azione difensiva unisce la riluttanza ad azzeccare un cross (chissà perché il pallone finisce sempre addosso all’avversario), allora si rifletta sulla sua utilità. È anche vero che non ci sono alternative dato che lo stesso Dalbert, preso per fare il titolare da esterno sinistro basso, in fase difensiva è tutt’altro che affidabile. I mali del Cagliari nascono dalla difesa, Godin o non Godin. Da anni è il principale punto debole, la società non ha mai provveduto a farne un reparto sicuro.
Stesso discorso per il centrocampo, dove Marin e Nandez sono costretti a cantare e portare la croce e cercare di sopperire con il dinamismo alla mancanza di un regista e di altri piedi buoni. Se è necessario ricorrere al volenteroso ma limitato Deiola e all’indecifrabile Oliva (omettendo Pereiro), i risultati non possono essere che questi. C’è da sperare che Giulini e Capozucca si stiano già muovendo per il mercato di gennaio e che effettuino acquisti già pronti a scendere in campo, diversamente sarà difficile una permanenza in serie A. Da quel che sembra non sarà facile trovare gli uomini necessari, nessuno vuole più venire al Cagliari e non è che ci siano molti soldi da spendere. Il gruzzoletto che arriverà dalla cessione di Nandez dovrà essere gestito con i massimi profitti, basta con i cavalli bolsi e demotivati.
La sfida da dentro o fuori con il Sassuolo è iniziata maluccio e per mezzora si è visto un film già visto troppe volte: tre occasioni nette per i padroni di casa: Frattesi, Scamacca spara alle stelle a porta vuota, ancora Scamacca-Raspadori con un attimo di ritardo su cross dalla destra. La truppa di Mazzarri sta a guardare, imbrigliata dal possesso palla del Sassuolo (al secondo posto dopo il Napoli per il pallone sui piedi) e dalla propria inconsistenza a centrocampo, dove Marin si danna l’anima ma non trova collaborazione, Nandez parte sotto tono ma poi torna ad essere il solito guerriero, Bellanova sballottato a destra e a manca sulle fasce dalle disposizioni di Mazzarri, Grassi fa il compitino e non sempre bene. Il Cagliari appare ingessato, solo al 28esimo si affaccia dalle parti di Consigli con un bel Bellanova che al volo spara dritto in porta e l’estremo difensore emiliano se la cava per il rotto della cuffia. Ci prova tre minuti dopo anche Ceppitelli che su calcio d’angolo colpisce la parte superiore della traversa avversaria. Sono i segnali che il Cagliari è in campo ed è in partita. Al 37esimo c’è la solita amnesia difensiva con il buco centrale: Scamacca si sfila da Ceppitelli e infilza l’incolpevole Cragno. Passano tre minuti che lo scenario del Mapei è illuminato dal capolavoro di Keità su una giocatessa di Nandez che crossa dalle destra dopo un sombrero a un avversario: il senegalese si coordina al centro dell’area e in semirovesciata volante infila Consigli paralizzato da tanta meraviglia. Tutti in piedi, applausi a scena aperta a Keità. Anche da casa.
Si va al riposo sull’1 a 1, al ritorno in campo ci pensa Lykogiannis, al 50esimo, a omaggiare di un rigore gli avversari. Non è la prima volta che il greco fa quello che non dovrebbe mai fare un difensore in area: entrare in scivolata da dietro sull’avversario che ti sguscia via, il 90 per cento delle volte commetti fallo e paghi il dazio. Con calma glaciale Berardi realizza, così come pure 5 minuti dopo Joao Pedro sul fronte opposto: 2 a 2 e si ricomincia. Il Sassuolo si spegne, il Cagliari prende il sopravvento, ma in avanti non incide. Il risultato di parità non cambia: i rossoblu tornano a casa con una piccola dose di autostima in più, ma con il carniere più vuoto che pieno. Mai una gioia piena per loro e neppure per i tifosi. Soprattutto per quelli che oggi hanno trasformato il Mapei Stadium in una Unipol Domus.
Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Ayhan, Ferrari, Rogerio ( 86 KiriaKalopus; Frattesi, Lopez; Berardi, Raspadori (91 Muldur), Traorè (86 Matheus Henrique) ; Scamacca (75 Defrel). All: Dionisi
Cagliari (4-4-2): Cragno; Zappa (Caceres), Ceppitelli, Carboni, Lykogiannis; Bellanova, Marin (85 Oliva), Grassi (79 Deiola),Nandez; Joao Pedro, Keita Baldè (85 Pavoletti). All: Mazzarri
Arbitro: Baroni
Reti: 37 Scamacca, 40 Keita Baldè; 51 Berardi (r), 56 Joao Pedro (r)
Luciano Onnis