Grande vecchio cuore rossoblu. Con il corpo e con l’anima, il Cagliari incerottato e decimato dalle assenze, espugna ancora una volta (2-1 per i rossoblu) il campo della Dea Atalanta, sovvertendo ogni più logica previsione e lancia un messaggio chiaro e inequivocabile alle concorrenti per la salvezza: “Ci siamo e venderemo cara la pelle”. La banda Mazzarri, senza neppure un attaccante di ruolo data l’indisponibilità all’ultimo momento del superstite Pavoletti per un risentimento muscolare (che è andato ad aggiungersi a Joao Pedro e Keita Baldè), ha estratto dal cilindro un vispo e saltellante coniglio che ha portato tre punti d’oro e tanto ossigeno all’asfittica classifica.
Chi l’avrebbe mai detto? Se da una parte c’erano a far illudere le tradizioni favorevoli dei cagliaritani nella tana della temibile compagine bergamasca, quarta forza del campionato, dall’altra il rapporto di forze tra nerazzurri e rossoblu era oggettivamente scoraggiante. Ma siccome nel calcio più che altrove vale il detto “mai dire mai” ( che con l’Atalanta si trasforma a Bergamo in un “dire sempre”), il cuore dei sardi ha sconfitto il bel corpo, elegante, attraente e ben piazzato, della Dea. Un muscolo cardiaco che i giovani calciatori rossoblu hanno gettato oltre l’ostacolo, impavidi e irriverenti. Hanno goduto di orgasmi indescrivibili i circa 1.500 supporter rossoblu che hanno fatto per tutta la partita un tifo d’inferno, sovrastando quello dei padroni di casa. Una soddisfazione immensa per loro trovare risposte dalla squadra per cui sono stati fatti tanti sacrifici per poterla sostenere da vicino e far sentire ai propri giocatori di essere sempre il 12esimo uomo in campo.
Bravi tutti, bravi veramente tutti e nessuno dietro la lavagna. Compreso Mazzarri che ha saputo preparare e caricare al punto giusto i suoi ragazzi. Immaginiamo la soddisfazione del tecnico toscano aver dato una bella “surra” al suo odiato competitor Gasperini, due vecchi nemici giurati che in passato non hanno nascosto la reciproca disistima. Una bella competizione fra i due tecnici meno simpatici della serie A, nonostante la sicura bravura del Gasp nel plasmare squadre che pur vendendo sempre i suoi migliori elementi riesce sempre a scovarne altri con cui rimpiazzarli al meglio. Ma il vulcanico Mazzarri oggi gliene ha suonate di brutto e, oltre alla soddisfazione personale, potrebbe aver conquistato fra i tifosi rossoblu anche qualche bella manciata di punti in simpatia.
La gara
Per tutto il primo tempo, la partita è scivolata via secondo le previsioni: l’Atalanta costantemente in avanti e con assoluto possesso di palla, il Cagliari obbligatoriamente schierato sulla difensiva a far argine sui sedici metri e in ultima battuta con il pullman parcheggiato davanti alla porta di Cragno. I bergamaschi hanno sì dominato in campo, ma hanno fatto cilecca totale in fase conclusiva. L’estremo difensore rossoblu non ha mai corso rischi veramente seri e in due occasioni si è dimostrato pronto a svolgere il suo compito a difesa del risultato. Altra musica nel secondo tempo. Al 50esimo quel che non ti aspetti, ma in cui speri. Ribaltamento di fronte e Pereiro infila Musso portando inaspettatamente in vantaggio i sardi.
La svolta della partita due minuti: protagonista ancora Pereiro che brucia i mal schierati difensori centrali nerazzurri e si presenta solo davanti a Musso. Il portiere viene superato, ma stende l’attaccante cagliaritano e si guadagna il cartellino rosso per fallo da ultimo uomo. Le cose sembrano essersi messe al meglio: in vantaggio di un gol e con un uomo in più. Subentra però come già altre volte in passato la paura di vincere e và in difficoltà. Errori su errori in mezzo al campo, la difesa in affanno e al 64esimo il Cagliari paga dazio: testa di Palomino sugli attacchi continui dei bergamaschi, ed è pareggio. Da magiarsi le.. mani, ma le imprecazioni durano solo 4 minuti perché i rossoblu imbastiscono un contropiede da manuale e tronano in vantaggio. Marin lancia alla perfezione sulla destra l’instancabile Bellanova (anche oggi fra i migliori), cross al centro a mezza altezza e ancora Pereiro insacca. Il resto è autentica sofferenza, ma stavolta il Cagliari non perde la testa e contrasta efficacemente gli ultimi assalti nerazzurri. Non servono gli 8 minuti di recupero concessi dall’arbitro fra le proteste di calciatori e allenatore cagliaritani, al 98esimo è una esploisone di gioia in campo e sugli spalti nel settore dei tifosi sardi. I giocatori vanno sotto la curva rossoblu in festa, lanciano loro le magliette e ricambiano gli applausi: “Vi vogliamo così”, è il coro dei supporter cagliaritani. Dalla Sardegna e da tutto il popolo rossoblu si urla altrettanto: “vi vogliamo così”. E come, se non?
L.On
ATALANTA (4-2-3-1) : Musso (espulso al 52esimo), Zappacosta, Palomino, Djimsiti; Pezzella (Maehle 47); Koopmeiners, Freuler; Malinovskyi, Pessina (59 Boga), Pasalic (55 Rossi); Muriel (59 Zapata). (All: Gasperini)
CAGLIARI (5-4-1): Cragno; Bellanova (88 Ceppitelli), Goldaniga, Lovato, Obert (88 Carboni), Lykogiannis; Deiola (91 Kourfalidis), Marin, Grassi, Dalbert (79 Baselli). (All: Mazzarri)
Arbitro: Prontera
Reti: 50 Pereiro, 64 Palomino, 68 Pereiro.