di Luciano Onnis
E serie A sia. Alla fine, con qualche sofferenza di troppo, il Cagliari la salvezza l’ha raggiunta e si è assicurato un altro campionato nella massima categoria. Ha battuto il Venezia (3-0) nella partita che per via delle ultime gare discutibili dei rossoblu (Udinese e Como), era diventata a rischio. Con i lagunari, i rossoblù hanno messo il cuore – stavolta si – e, pur commettendo tanti errori, hanno timbrato il cartellino per un altro anno di paradiso calcistico italiano. L’hanno fatto con avversari che hanno confermato la loro classifica da retrocessione, e mai la partita è stata in bilico. Ci sono voluti due rientri determinanti per fare la differenza, quelle di Luperto e soprattutto di Yerry Mina. La squadra ha riacquistato sicurezza in difesa e, soprattutto, in personalità. E determinazione. L’assenza del colombiano, vero leader della squadra, si è fatta sentire e oggi si è capito quale peso abbia in casa rossoblù. I compagni hanno sentito la presenza di Mina in campo e ne hanno tratto tutti beneficio.
Diciamola tutta, è stata una salvezza senza grandi entusiasmi. Il Cagliari ha perso finora venti partite, di cui dieci in casa. Spesso in maniera umiliante. Il presidente Giulini e il ds Bonato avevano detto a inizio campionato che questo sarebbe stato l’hanno della consolidazione del processo di crescita. Così non è stato, il miglioramento non si è visto. Per fare processi e capire cosa non è andato, ci sarà tempo. Adesso è giusto gioire per la salvezza conquistata, in fondo era questo il primo obiettivo della società. Il resto non si è visto e occorrerà mettere mano al progetto e ai realizzatori. I tifosi del Cagliari, sparsi in tutta Italia e sempre pronti a fare grandi sacrifici per sostenere la squadra, meritano bel altro che le salvezze conquistate per il rotto della cuffia, dopo aver ingoiato spesso il calice amaro della sconfitta.
Nel commento del dopo partita in sala stampa, mister Nicola è apparso felice e motivato per il futuro. “Sento una gioia per i giocatori e i tifosi. Questa salvezza è molto importante per me, anche se altre ne ho raggiunte in passato. Abbiamo raggiunto la salvezza senza aspettare risultati da altri campi. E’ arrivata nel momento giusto, avere l’eredità di Ranieri è stato motivo di grande responsabilità. Non sempre siamo riusciti ad avere la praticità di oggi, abbiamo risentito di assenze importanti, ma non siamo mai partiti battuti e cela siamo sempre giocata“. Alla domanda se si vuole togliere qualche sassolino dalla scarpa per qualche malumore attorno alla squadra da una parte della tifoseria, Nicola non ha avuto esitazioni: “Nessun sassolino. Voglio solo condividere con voi la gioia di questa momento. Il futuro? Io sono qui, quando sono venuto è stato con l’idea di costruire qualcosa, al di là le contratto. Si deve capire adesso se si può ulteriormente migliorare, prenderemo le decisioni di comune accordo con la società. Io sono grato di essere qui. E’ la salvezza di Cagliari, tifosi, squadra e società. Questo è un contesto che stimo e ammiro”.