di Ilenia Mura
Stasera la grande festa all’Unipol Domus dopo il match con la Fiorentina, il fischio d’inizio alle 20.30. Il Cagliari è salvo, resta in Serie A e il tecnico 72enne rossoblu, Claudio Ranieri, che nel dopo partita si congederà anche dai suoi tifosi, spera di non piangere. Parole pronunciate nelle interviste rilasciate a 24 ore dal suo video d’addio, dove “a malincuore” ha detto che “lasciare adesso è la cosa giusta” . Con il suo impareggiabile aplomb, Mister Ranieri – uomo dal cuore d’oro e la saggezza di chi ha saputo gestire stagioni da cardiopalmo e spogliatoi spesso ad alta tensione – per l’ennesima volta conquista il mondo del calcio e la Sardegna, raccogliendo intorno a sé centinaia, forse migliaia di commenti e tributi, per quei miracoli che – sono tutti d’accordo – “solo un allenatore del suo calibro poteva compiere”.
Ne è certo l’ex sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, super tifoso, che ringrazia: «Solo lui avrebbe potuto portare la squadra al traguardo e lo ha fatto, praticamente è un altro miracolo. Però dispiace perderlo, il Mister è un uomo di grandi valori e sarà difficile sostituirlo». Poi – a Cagliari – “lascia una lezione importante” – commenta il senatore M5s, Ettore Licheri: «Non c’è contratto, sponsor o convenienza personale che possa sostituire l’amore che devi avere per ciò che sei chiamato a fare». E Ranieri – secondo Bruno Corda, fra i cronisti sportivi d’assalto in Sardegna – di miracoli ne ha fatto 5: «Dopo Gigi Riva c’è lui, e anche per il mister – in città – ci vorrebbe una statua. Personalmente sul podio metterei pure Scopigno».
Anche se “nel cuore dei tifosi del Cagliari, dopo Riva, c’è sicuramente Ranieri” – conferma Angelo Cerina (ex vicepresidente Aia, associazione italiana arbitri): «Il suo addio alla panchina, con un anno di anticipo e dopo il quinto miracolo fatto con i colori rossoblu, per il tifoso, non è certo una bella notizia. Tuttavia – riflette Cerina – la serenità, la pacatezza con cui lo ha comunicato, ha reso questo suo gesto doloroso ma bello». In pochi, per la verità, restano spiazzati dall’addio dopo la salvezza: «Me l’aspettavo» – chiosa il giornalista dell’Ansa, Andrea Frigo: «Speravo che rimanesse come tanti tifosi sognavano perché ha iniziato la sua carriera da professionista a Cagliari, compiendo la storica impresa della doppia promozione dalla C alla A tra il 1988 e il ’90 e la salvezza nella stagione 1990/91. E a Cagliari ha deciso di concluderla, almeno a livello di club dopo la decisione annunciata di lasciare il Cagliari, ma non il calcio».
Non c’è quotidiano, personaggio del mondo del Calcio, che non abbia commentato il saluto gentile di Mister Ranieri. “Il tecnico romano potrebbe tornare a guidare una nazionale dopo l’esperienza negativa con la Grecia nel 2014”, scrivono i colleghi della redazione sportiva di Mediaset. Marino Bartoletti, volto storico Rai e giornalista sportivo, parla di “lezione di umiltà, intelligenza, educazione”: “Certo che se Ranieri lascia il calcio – scrive sulla sua pagina social – vuol dire che il calcio non ha fatto molto per meritarlo!”. Fra chi sente il bisogno di ringraziarlo pubblicamente anche il calciatore Giuseppe Falcao: “L’impresa con il Leicester tra le più grandi della storia del calcio. Quello fatto nell’ultimo anno e mezzo con il Cagliari gli ultimi acuti di una carriera da allenatore magnifica. Ti è mancato solo lo Scudetto a Roma. Nella tua Roma. Ma uno Scudetto o una coppa non sono più importanti dell’amore della tua gente. Quella di Roma dove sei nato, quella di Cagliari che ti ha adottato. Oggi Claudio Ranieri lascia la panchina del Cagliari e chiude con il Calcio. Grazie di tutto Mister”.
“La mia è una decisione presa a malincuore, dura e sofferta. Ma lasciare adesso è la cosa giusta”, queste le parole di sir Claudio che hanno fatto breccia nel cuore dei tifosi. Fra quelli sardi, il presidente regionale Coldiretti, Battista Cualbu, non fa mistero di aver lui stesso suggerito “l’ingaggio di Ranieri” a Tommaso Giulini: «In quei giorni sofferti incontrai il presidente del Cagliari in aeroporto a Roma, da tifoso, col cuore in mano, gli dissi che avevamo bisogno di un uomo in grado di compattare squadra e tifosi. Ero felice che il mister avesse accettato e sono felice che sia riuscito nella sua ennesima impresa». Ma per la prossima stagione – spiega Cualbu – «abbiamo bisogno di giocatori di peso, abbiamo bisogno di un buon attaccante e di un centrocampista altrettanto forte». Ora che Ranieri lascia: «Noi possiamo soltanto ringraziare per tutto quello che ha fatto e per aver raggiunto un risultato davvero insperato». Anche il senatore Licheri esprime riconoscenza: «Lui ama Cagliari e verso questa città aveva un debito di riconoscenza. Dico questo perché pochi avrebbero accettato, al posto suo, un rischio come quello di prendere una squadra di serie B, per giunta in crisi di gioco e di risultati. Ranieri ed il Cagliari, ora, sono pari. E oggi – conclude il senatore – iI club può riprendere a sognare».
«Quello che più deve essere messo in risalto è che in tutti i suoi 30 anni in panchina, tutti sulla cresta dell’onda, ha avuto la capacità di leggere i cambiamenti e di interpretarli e di trasferire ai giocatori il suo pensiero vincente: una qualità fuori dal comune». Parole di Giacomo Meloni, presidente Confartigianato Sardegna: «Il suo è stato un addio a tutta la Sardegna, perché lui è patrimonio di ogni sardo come lo fu Gigi Riva. Anche in quest’ultima esperienza – aggiunge il numero uno di Confartigianato – è riuscito a plasmare la squadra, tutta la società, come fa un artigiano con la sua azienda e con i suoi dipendenti. E Ranieri è l’uomo delle imprese, nei suoi 5 anni cagliaritani ha compiuto ben 5 miracoli laici». Fra questi quello di “valorizzare e motivare ogni singolo giocatore, intervenendo soprattutto su quelli meno dotati fisicamente e tecnicamente”: «È proprio questa caratteristica che lo ha reso grande uomo e grande allenatore – conclude Meloni – ed è per questo che sarà ricordato come un eroe in Sardegna».
Nel futuro di Ranieri, il giornalista Ansa Andrea Frigo vede la Nazionale: «Sarebbe un impegno sicuramente più soft rispetto che allenare un club, vista l’età, 72 anni, che fa del tecnico romano il più anziano del calcio italiano». D’accordo l’ex vicepresidente Aia, Angelo Cerina: «Sir Claudio non abbandona il Cagliari, lo lascia dove aveva promesso di portarlo, in serie A, che è il porto sicuro, come dice lui, dove lascia la sua nave sana e salva. È vero, “aveva ancora un altro anno di contratto”, commenta ancora Cerina: «Quando ha firmato il Cagliari era lì, fuori dai play off e ad un passo dai play out, pensare di centrare la serie A, dopo pochi mesi, era una opzione che sicuramente non ha scartato a priori ma che non poteva rappresentare né un insuccesso, se non raggiunta, né un obiettivo da prendere in grande considerazione. Così da persona per bene quale è ha chiesto un contratto di 3 anni, portare il Cagliari in A alla seconda stagione e salvarlo alla terza e poi salutare la terra che lo ha fatto diventare grande e a cui era giunto il momento di dare qualcosa in cambio». Tutto è avvenuto con un anno d’anticipo: «Da persona con un cuore grande quanto la sella del Diavolo ha ringraziato tutti e ha salutato con garbo educazione e amore».
Anche i tifosi sentiti in città (video) sono tutti d’accordo: “Impossibile sostituirlo, nessuno come lui. Ma è giusto che vada, anche lui ha famiglia”. Oggi 23 maggio 2024, l’ultima di campionato, Cagliari-Fiorentina: “Comunque vada – dicono – sarà un successo – “Restiamo in A grazie a Ranieri”.
In alto foto del sito ufficiale Cagliari Calcio @cagliaricalcio.com