Gigi Riva raccontato da Renato Copparoni, gli aneddoti su Rombo di Tuono: “Quando non segnava diventava irascibile”

Il nome di Renato Copparoni è entrato nella storia del calcio come quello del primo portiere italiano ad avere parato un rigore a Diego Armando Maradona. La parata arrivò nel 1986 quando si trovava al Torino, ma prima dei granata passò i suoi primi anni di carriera nel Cagliari di Gigi Riva. E proprio della leggenda rossoblù, scomparsa il 22 gennaio 2024, conserva un grande ricordo tra aneddoti e dettagli.

Copparoni racconta Riva: “Solo in Sardegna si sentiva libero”

In una lunga intervista su Il Messaggero, Copparoni ha ripercorso i suoi anni a Cagliari, in cui ha militato dal 1972 al 1978, concentrandosi sulla figura di Gigi Riva: “Non so perché proprio io, ma mi volle bene da subito. Siamo stati sempre molto vicini. Gli potevo chiedere tutto: dicevano che era un orso, ma non era vero”. Poi l’aneddoto sul gran cuore della leggenda rossoblù: “Una volta lo convinsi a venire al mio paese, dopo un allenamento, a San Gavino, per una selezione di bambini. Dopo meno di un’ora c’erano 5mila persone allo stadio, la gente andava al bar per chiamare al telefono i familiari, anche dai paesi vicini, ‘Venite che c’è Gigi Riva’. Se lo ricordano ancora”.

Poi sulle qualità di ‘Rombo di Tuono’ e i suoi allenamenti intensi: “Alla fine della sessione, Riva rimaneva per tirare in porta. Tirava delle botte micidiali, non si risparmiava. Non c’erano i guanti, paravamo a mani nude. Finito l’allenamento dovevo correre sotto il rubinetto dell’acqua fredda, avevo le mani rosse e gonfie… Vederlo in campo era uno spettacolo: la sua forza era quella di continuare ad allenarsi, per affinare la tecnica. Gli ho visto fare di tutto: arrivavano i cross e sparava, o palo o rete, non sbagliava quasi mai, o anche su punizione. Con i palloni di adesso farebbe cinquanta gol a campionato, non esagero”. E in partita per Riva il gol era tutto: “I momenti più difficili erano quando non segnava. Se stava a digiuno due o tre domeniche, bisognava stargli alla larga. Diventava irascibile”.

Infine, Copparoni ha svelato alcuni dettagli sul rifiuto di Riva alla Juventus: “Mi disse che a Torino non sarebbe stato libero. ‘Renato avrei avuto sempre il fucile puntato’, mi diceva. Mi raccontò anche la visita di Agnelli a Villa Sassi, quando erano in ritiro con la Nazionale. ‘Mi voleva a tutti i costi, mi disse: questo è l’assegno, scriva lei la cifra. So del suo legame con la Sardegna, le metto a disposizione il mio aereo privato per andare a Cagliari dopo le partite e per tornare’. Non andò perché solo in Sardegna si sentiva libero”.

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