Ancora sconfitto un Cagliari piccolo piccolo che se si salverà dalla retrocessione – e alla fine si salverà -, sarà solo perché c’è qualcuno più in mal arnese della squadra di Davide Nicola. I rossoblù hanno fatto registrare l’ennesimo flop a Como (sconfitti nettamente per 3-1), confermandosi compagine mediocre e senza un’anima in corpo. L’appuntamento con la sicurezza matematica della permanenza in serie A – che paradossalmente potrebbe comunque arrivare in questo turno se domani e dopo le inseguitrici dovessero anche esse non vincere -, è stato mancato con una prova scialba, senza mordente e senza la fame del risultato.
Forse la convinzione di avere già in tasca la salvezza, ha scaricato mentalmente i giocatori rossoblù e l’allenatore non è riuscito a caricare e responsabilizzare la squadra nella maniera dovuta. Male con l’Udinese sabato scorso in casa, idem oggi a Como. In entrambe la partite, il Cagliari aveva davanti avversari tutt’altro che agguerriti, senza più nulla da chiedere al campionato se non andare in vacanza. Ma ha abbassato le armi già al momento di scendere in campo. Con i lariani di Cesc Fabregas -, la squadra di Nicola è andata addirittura in vantaggio a metà del primo tempo grazie a un gentile omaggio del portiere avversario Reina (43 anni), ma non ha saputo trarre profitto. Ha continuato a balbettare calcio come dal fischio d’inizio, ha subito gli avversari in ogni zona del campo, ha continuato a sbagliare passaggi su passaggi e a fare acqua in difesa e a centrocampo.
Non c’è stato un rossoblù da salvare fra quelli schierati nei 96 minuti di gioco. Slegati fra i reparti, con i noti limiti tecnici ancor più evidenziati dalla mancanza di fame agonistica, senza idee e senza un condottiero in panchina capace di dare la sveglia. Questa squadra, nel prossimo campionato dovrà essere rivoluzionata dalla testa ai piedi se la società vorrà smettere di far soffrire i tifosi. Troppi comprimari, troppi giocatori ormai spenti, pochi quelli all’altezza. Con tutte le prove incolori e altalenanti di una squadra senza identità, anche la panchina di Davide Nicola è adesso in forte discussione. Il tecnico ha la grossa attenuante di avere in mano un organico decisamente mediocre e incompleto, ma di suo non ha aggiunto gran che per sopperire. Anzi, ha attuato una incomprensibile gestione di alcuni giocatori della rosa, lasciandoli spesso in disparte e deprezzando il loro valore.
Lo scontento dei tifosi è cresciuto a vista d’occhio nel corso del campionato, tanti chiedono la sua sostituzione. Sarà questo il primo nodo da sciogliere per il presidente Giulini e il ds Bonato. Considerando però che in giro non ci sono valide alternative. Tutt’altro. Se invece l’organico venisse davvero rinforzato e non allestito con giocatori mal assortiti e di ripiego, Nicola meriterebbe forse un’altra chance. Ma dovrà essere una decisione presa subito e soprattutto convinta. Non come successo due campionati fa per Semplici, confermato a malavoglia dal presidente e cacciato dopo poche giornate di campionato. Se la matematica salvezza non arriverà per i rossoblù fra oggi e domani con le sconfitte e comunque la non vittoria delle dirette concorrenti, domenica alla Unipol Domus arriverà il Venezia, una delle squadre con già un piede nella fossa della B. Ultima partita in casa di questo Cagliari deludente in grosso debito con i propri tifosi.
L.O.