La nuova divisa dell’Italia, disegnata da Giorgio Armani che da anni cura il look della nazione, è stata indossata sia da Luciano Spalletti e da tutto il suo staff in panchina durante la gara contro l’Albania che dai giocatori a fine partita. E se il gioco della squadra tutto sommato ha riscontrato il favore degli appassionati, non si può dire che l’outfit abbia incontrato un giudizio altrettanto positivo. In particolare la giacca che il tecnico di Certaldo ha indossato. Colpiscono il taglio, la stoffa che sembra pesante, lo stemma della Nazionale sul taschino e soprattutto la scritta ‘Italia’ stampata sulla schiena, decisamente grande.
Le critiche erano arrivate anche agli altri europei
Appena l’inquadratura è caduta sul completo sfoggiato dal tecnico durante Italia-Albania si è scatenata una sommossa tra gli amanti del made in Italy e non è la prima volta. Anche agli scorsi Europei le giacche firmate Armani per la kermesse in Inghilterra ricevettero aspre critiche. L’abito si componeva di una giacca a metà tra l’azzurro e il bianco con collo alla coreana e pantaloni morbidi neri. Per ammissione dello stesso Giorgio Armani, la divisa era un omaggio a Enzo Bearzot, CT dell’Italia nel fortunato campionato del mondo del 1982, competizione nella quale gli azzurri vestivano l’abito a righine bianche e blu cui si è ispirato lo stilista per disegnare quella che gli azzurri indossarono nell’Europeo vinto. In molti la paragonarono alla divisa da camerieri.
Le reazioni dei tifosi non si sono fatte attendere neanche questa volta. Molti hanno definito la giacca “imbarazzante”, sostenendo che assomigli più a una vestaglia che a un indumento sportivo. Sui social, i commenti ironici si sono moltiplicati, con alcuni tifosi che scherzosamente suggerivano che la squadra sembrasse pronta per andare a letto piuttosto che per una partita di calcio. “Non è possibile, sembra una vestaglia da camera!” ha scritto un utente su Twitter, mentre un altro ha aggiunto: “Più che una divisa da calcio, sembra l’outfit per una cena elegante a casa”. La polemica sulla scelta stilistica delle divise continua, dimostrando ancora una volta quanto il
