A Madrid lo considerano l’erede naturale di Modric. Tanto che i giornali spagnoli scrivono: il Real è pronto a fare carte false per portarlo alla corte di re Carlo Ancelotti. Nicolò Barella è l’uomo del momento.
È stato il migliore in campo dell’Italia nella gara vinta in rimonta con l’Albania. Ha segnato il gol decisivo, raggiungendo quota dieci reti in azzurro. Un traguardo importante, ha superato nella classifica dei bomber un certo Francesco Totti che si è fermato a quota nove. Eppure il timore che potesse saltare l’esordio all’Europeo era concreto. Non stava benissimo ma ha la stessa tempra dei sardi (è nato a Cagliari), di quelli che non si arrendono mai, pronti ad andare oltre ogni ostacolo, lottare.
«Barella sta crescendo di partita in partita – le parole di Beppe Marotta, da qualche giorno presidente dell’Inter -. Ha dalla sua la spensieratezza della gioventù, migliora perché sta facendo esperienze di altissimo livello internazionale. Ha delle qualità agonistiche e tecniche che lo fanno diventare un giocatore importante, ma dico ancora di più, secondo me fondamentale».
A 27 anni è già papà di quattro figli. La moglie, Federica Schievenin, qualche ora prima della partita ha postato una tenera foto del figlioletto Romeo, ultimo arrivato in casa Barella, nato qualche giorno fa, con la maglia nerazzurra con nome e numero, ovviamente, 23: “Un tifoso in più” ha scritto. Nicolò ha prontamente commentato: “Ragazzo” con un cuoricino. Un post che per il centrocampista è stata una botta di adrenalina che ha scaricato sul campo con una prestazione super.
«Ringrazio lo staff e i compagni che mi hanno aiutato tantissimo – ha detto Barella a fine gara – . «È stato un avvio un po’ strano, un gol a freddo poteva fare male a chiunque. Siamo stati bravi a rimontare, nel finale poi siamo un po’ calati. Ma abbiamo portato a casa la vittoria ed è quello che conta». Punto fermo di questa Italia e tra i più esperti del gruppo. Quando gli dicono questo, Nicolò sorride e risponde così: «Io tra i più esperti? Mi preoccupa perché sto invecchiando. Prima ero tra i più giovani, ora tra i più vecchi. Sono contento di essere riuscito a ripagare la fiducia che il commissario tecnico ha nei miei confronti». A segno due interisti, Barella sorride ancora e dice: «Sono contento per me e soprattutto per Bastoni perché ha meritato di segnare. Ma conta vincere, non chi segna».
Sembra passata un’eternità da quando Nicolò giocava nella scuola calcio Gigi Riva. E proprio il super bomber lo ha battezzato come calciatore del futuro in tempi non sospetti. Lui è cresciuto in una famiglia che lo ha sempre sostenuto, con la “fame” di arrivare, la voglia di imporsi in un mondo, quello del pallone, nel quale ha capito di poter diventare attore protagonista. Nicolò non è uno a cui piace parlare molto, preferisce far vedere le sue qualità sul campo. Da buon sardo è un uomo concreto, severissimo con sé stesso e anche con gli altri. Quel suo continuo gesticolare, richiamare, dettare i passaggi, è la conseguenza di questo. È molto migliorato caratterialmente, ora è più riflessivo e più comprensivo con i compagni. Ha fatto il salto di qualità seguendo i consigli dei dirigenti nerazzurri e dei compagni più esperti. Gli è stato fatto capire che certi atteggiamenti andavano limati perché nuocevano alla sua immagine di calciatore.
Barella ha appena rinnovato il contratto che lo lega all’Inter fino al 2029. Se giocherà un Europeo ad alti livelli (ed ha cominciato alla grande), il Real Madrid si dice sia pronto ad offrire una cifra enorme: 100 milioni di euro.
Roberto Muretto