No, non è giocando come contro il Milan – e precedentemente contro il Genoa – che il Cagliari meriterà la permanenza in serie A. Fortunatamente, però, c’è chi fa peggio, molto peggio, e sembra non avere la forza di approfittare dei passi falsi degli avversari che li precedono, compresi i rossoblù di Claudio Ranieri, capaci nelle ultime tre partite di conquistare la miseria di un punto. Sembra una corsa a perdere, tutti aspettano tutti e alla fine anche chi perde, davanti ai risultati altrui, può permettersi di vedere anche le proprie sconfitte come mezze vittorie. Come appunto il Cagliari.
Nonostante i passi falsi in questo momento cruciale, Nandez e compagni continuano a restare sopra la linea di galleggiamento a due turni dal game over del campionato. A San Siro, contro i diavoli rossoneri ormai scornati e in fase di smantellamento di squadra e panchina, il Cagliari è incappato in una delle sue tante serate storte. Archiviati gli eccezionali exploit contro Atalanta, Inter e Juventus che l’ha rilanciata nella lotta per la salvezza, la squadra di Ranieri a Milano ha spento nuovamente la luce ed è riprecipitata nel buio che l’accompagna in questo campionato altalenante e complessivamente deludente. Passi pure che il Milan è pur sempre una squadra di alta classifica e di gran lunga superiore a quella rossoblù, e che quindi ci sta che giocandoci contro si possa perdere.
Ma c’è modo e modo di farlo. A San Siro, Deiola e compagni lo hanno fatto malamente, incassando una “manita” (cinque gol) che ha gonfiato non solo la rete, ma anche la faccia degli inconsistenti giocatori rossoblù. È stata una partita, per quel che si è visto in campo, impostata male e finita peggio. I casi sono due: o ha sbagliato Ranieri a mandare in campo una squadra schierata sulla difensiva con l’intenzione di attendere gli avversari sulla propria tre quarti e poi sfruttare le eventuali ripartenze nelle praterie lasciate dagli avversari, oppure i giocatori hanno disatteso le direttive dell’allenatore e scordato la gara studiata per una settimana in allenamento.
Tanto aggressivi e decisi contro le big Atalanta, Inter e Juventus, altrettanto timorosi, impacciati e innocui contro il Milan. Cosa è cambiato da allora? La convinzione che la salvezza fosse ormai tutta in discesa? O che la squadra avesse finalmente trovato la sua giusta fisionomia, la consapevolezza dei propri mezzi (quali?), una solidità strutturale del collettivo? E soprattutto che il peggio fosse ormai passato? Niente di tutto questo è stato confermato. Vero invece che c’è ancora da soffrire, e tanto. Il traguardo è lì, a portata di mano. Ma bisogna agguantarlo e per farlo non bisogna abbassare la guardia neppure per un minuto. I rossoblù dovranno ricordare fino all’ultimo quali sono le loro potenzialità e che solo con l’impegno, la forza e la concentrazione possono superare evidenti limiti professionali.
Bene fa Ranieri a tenerli sul palmo della mano e difenderli sempre, senza mai dare colpe specifiche dopo sconfitte sonore e inappuntabili come quella con il Milan, con il Genoa e precedenti ancora. A San Siro forse ha sbagliato anche il tecnico nel credere che contro una squadra superiore tecnicamente e fisicamente sia meglio difendersi con le barricate e sperare che il muro resista ad oltranza. Lo si può fare quando la difesa è affidabile e il centrocampo pure. Diversamente è un azzardo che talvolta finisce bene, spesso male. Sono discorsi che comunque non è il caso di approfondire in un momento delicato come questo. Adesso occorre stringere i denti, tirar fuori unghie e altro. Soprattutto il cuore e ogni risorsa residua. Domenica col Sassuolo alla canna del gas potrebbe già essere salvezza matematica, dipenderà però anche da altri risultati.
Al Mapei Stadium di Reggio Emilia servirà un Cagliari diverso da quello visto le ultime tre partite. I rossoblù giocheranno come se fossero in casa, con una netta supremazia di tifosi come lì è sempre stato. Sarà una battaglia, bisogna andarci armati fino ai denti e con intenti davvero bellicosi. E soprattutto con il cuore in mano, quello rossoblù.
Luciano Onnis