Dazn nel pallone, anche i sardi protestano per i disservizi

I tifosi del Cagliari si stanno ancora leccando le ferite per la retrocessione in Serie B e la prima partita di campionato non sembra aver portato via i fantasmi della precedente stagione, ma c’è una nota positiva: per quest’anno non dovranno fare i conti con i problemi e le interruzioni – qualche volta anche le telecronache secondo alcuni tifosi – di Dazn mentre guardano la squadra del cuore, visto che vengono trasmesse da Sky. E se la ‘fede’ per il Cagliari rimane comunque inattaccabile e si è disposti a qualsiasi sacrificio, molti sardi che seguono anche altre squadre, ieri hanno dovuto fare i conti, come tutti gli altri tifosi d’Italia con i disservizi di Dazn.

“Se stai riscontrando dei problemi di accesso, utilizza il link nelle Instagram stories per vedere Salernitana-Roma e Spezia-Empoli”. Così Dazn ha avvisato i suoi utenti dell’escamotage trovato per aggirare i disservizi che sono tornati a far capolino sulla diretta della serie A.

Quanto stavano per cominciare le due partite domenicali in serata della prima giornata, la Ott che detiene l’esclusiva del massimo campionato aveva diffuso una nota via Instagram: “Alcuni utenti stanno attualmente riscontrando problemi di accesso sulla nostra piattaforma. Stiamo lavorando duramente per trovare il prima possibile una soluzione e ci scusiamo per l’inconveniente”. Poi, evidentemente, a primo tempo in corso i problemi non erano risolti, ed è arrivato l’altro avviso di Dazn.

L’avviso con scuse di Dazn, non hanno placato però le proteste via social dei tifosi. Su Twitter, con l’hashtag Dazndown, molti hanno segnalato problemi a macchia di leopardo anche sulle partite del pomeriggio, Fiorentina-Cremonese e Lazio-Bologna. Gli utenti hanno attaccato duramente la Ott, sottolineando che all’aumento delle quota di abbonamento si aggiunge il ripetersi dei problemi di visione già riscontrati in passato. Tantissimi anche i commenti dei tifosi sardi anche su Facebook: “Dazn, ancora peggio dell’anno scorso”, altri reclamano “dovremmo chiedere il rimborso”, altri ancora “vergogna”.

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