Claudio Ranieri, l’allenatore delle tre promozioni rossoblù (una dalla Serie C alla B e due dalla B alla A) è cittadino onorario di Cagliari. Lo ha deciso ieri sera il Consiglio comunale, votando all’unanimità sì alla proposta di conferimento depositata all’indomani dell’ultimo miracolo calcistico, la vittoria nella finale playoff contro il Bari. Meriti sportivi, ma non solo. Per l’assemblea civica ha evidenziato una caratura morale e sportiva degna di riconoscimento. Un esempio proprio nella gara decisiva al San Nicola con la richiesta alla tifoseria, dopo la vittoria, di applaudire la squadra avversaria. Ma la città sa anche che si tratta di un amore corrisposto: anche nel momento più alto della sua carriera (la vittoria in Premier con il Leicester) Ranieri nelle interviste ha sempre parlato di Cagliari con affetto e riconoscenza. Ricordando sempre che la sua carriera è partita proprio dalla Sardegna.
Era l’estate del 1988: la proprietà dei fratelli Orrù e il ds Longo avevano individuato in lui l’uomo della possibile resurrezione. E ci avevano visto giusto: subito promozione in B e poi immediato salto in A. Nella massima serie, infine, una salvezza in rimonta prima del trasferimento al Napoli. Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Grecia. Ma Ranieri l’ha sempre detto: ci rivedremo. E infatti, appena si è presentata l’occasione, ha detto sì alla chiamata del Cagliari, trascinando poi la squadra rossoblu prima ai playoff e poi alla promozione. Ora alla guida del suo Cagliari, sta rincorrendo la salvezza. Un allenatore che si fa volere bene: anche Catanzaro nel 2016 gli ha regalato la cittadinanza onoraria. Ora a Cagliari tutto è pronto per la cerimonia del conferimento.
“Ringrazio di cuore il sindaco e tutta l’amministrazione comunale per avermi concesso la cittadinanza onoraria, è un riconoscimento che mi riempie di orgoglio”, ha detto Ranieri. “Il mio sentito ringraziamento va al Cagliari Calcio, ai miei due presidenti Tonino Orrù, con i fratelli, e Tommaso Giulini, tutti i dirigenti. E poi tutte quelle persone che ogni giorno hanno lavorato e lavorano con me in rossoblù: staff tecnici e sanitari, magazzinieri, tutti i calciatori di allora e oggi. Tutti i tifosi. Senza di loro nessun risultato sarebbe stato possibile”. E ancora: “La città di Cagliari e l’Isola mi hanno accolto per la prima volta tanti anni fa e da allora hanno sempre fatto parte di me. Anche quando un giorno le strade si sono divise, la gente ha continuato a farmi sentire speciale, senza mai perdere occasione di dimostrami il suo affetto. Mi avete fatto sentire sempre come uno di voi. Se ritrovarci era nell’ordine naturale delle cose, festeggiare ancora insieme, contribuire a far felice un intero popolo, è stata in assoluto per me tra le emozioni più grandi. Riconquistata la Serie A, abbiamo tanta strada da fare. E servirà l’aiuto di tutti”.