Sará una festa triste e malinconica quella di domani sera alla Unipol Domus per l’ultima di campionato. I toni trionfalistici per la salvezza lasceranno spazio prevalente al dispiacere fortissimo per l’addio inaspettato del padre della resurrezione e della riconquista della serie A, Claudio Ranieri. Un saluto, quello di domani, fatto con il cuore al suo Cagliari, ai suoi tifosi, alla città e alla Sardegna intera. Cosa succederà domani, ha una anticipazione questo pomeriggio nell’ultimo allenamento a porte aperte alla Unipol Domus, con 4.500 tifosi presenti nelle curve nord e sud, quest’ultima aperta all’ultimo momento per far fronte all’assalto dei tifosi. Una marea di cuori rossoblù che non vogliono perdersi un solo istante degli scampoli finali del condottiero Sir Claudio alla guida della squadra, ma moralmente anche della società per cui lui ha dato sempre tutto, anche a rischio di scalfire l’immagine aurea che si era creata sulla sua persona da quando ha compiuto dal 1988 al 1991, in tre soli campionati, il miracolo della risalita dalla serie C alla serie A, con la salvezza raggiunta nella massima categoria. Ha rischiato, ma ancora una volta ha vinto lui, su tutti fronti, ricevendo il rispetto e l’affetto dei suoi giocatori (ance degli avversari) e l’amore e la riconoscenza del popolo rossoblù.
L’addio del capo al Cagliari, e probabilmente al calcio attivo, non poteva che essere l’argomento che da ieri sera alle 20, quando la società ha ufficializzato l’addio di sir Claudio, tiene banco non solo negli ambienti della tifoseria rossoblù, ma ovunque in città e nell’isola. Nelle strade, nelle piazze del centro, nei negozi, negli uffici, nelle scuole non si è parlato d’altro. Il mercato di San Benedetto, cuore pulsante del tifo, questa mattina era attonito. Un insolito silenzio fra i box, i venditori e i clienti. La testa era altrove, a un addio che brucia dentro. Non c’è stato uomo o donna, giovane o anziano, tifoso e no, che non abbia manifestato il suo dispiacere e anche il dolore per sir Claudio che lascia il Cagliari e la città. Quella città e quella gente che dal 6 gennaio 2023 lo ha riavuto in casa, come uno di casa. Vederlo passeggiare nelle vie del centro a braccetto con la moglie, rispettato da tutti nella sua vita privata e fuori, è stata una costante. Uno sguardo fuggente di ammirazione, tutt’al più un saluto (“ciao mister”), ma mai nessuno che si sia permesso di disturbare i momenti dedicati agli affetti familiari. Una cosa che a lui piaceva tanto e che lo legava ancor più ai cagliaritani. L’ammirazione, l’affetto e il rispetto. Quasi come per Gigi Riva, ma lui è il dio in terra per la città e la Sardegna. Ma dopo di Gigi, solo Claudio. Adesso nasce il problema del dopo. Che non sarà facile per nessuno, ne tanto meno per chi verrà al posto del mister: squadra, società e tifosi dovranno convivere con il ricordo e il pensiero per “uno di noi” che va via, ma che rimarrà sempre presente in tutti quelli che continueranno ad amare un grande allenatore e soprattutto un grande uomo.
Luciano Onnis