Dopo quasi tre anni e un’incredibile altalena di vicende agonistiche e giudiziarie, Domenico Capitani lascia la Torres. L’imprenditore e politico di Cisterna di Latina ha ceduto la proprietà del club sassarese di cui è stato presidente sino allo scorso settembre, quando è stato squalificato dagli organi federali per il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Dirty soccer” della Procura di Catanzaro, che è costato alla squadra sassarese la retrocessione dalla Legapro alla serie D, dove milita attualmente, e una penalizzazione da scontare nel campionato in corso. La cessione della società – di cui la città, i tifosi e gli addetti ai lavori hanno saputo solo tramite una visura camerale della Camera di Commercio effettuata su iniziativa delle principali associazioni dei supporter sassaresi – ha fruttato a Capitani circa 321 mila euro. L’87% delle quote, pari a quasi 280 mila euro, è stato rilevato da Daniele Piraino. Procuratore calcistico, siciliano ma da anni residente in Sardegna, molto vicino alla Torres già durante la gestione Capitani, anche Piraino è stato coinvolto nell’inchiesta di Catanzaro sul calcioscommesse per aver mediato la combine di una partita dei campionati dilettantistici siciliani, accusa che gli è costata una condanna a tre mesi di inibizione. Il 7% delle quote, pari a 22 mila euro, è stato acquisito da Emilio Minunzio, coordinatore regionale dell’Asi, un ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni, nato nel 1994 proprio a Latina. Il restante 6% della Torres, il cui valore è di poco superiore ai 19mila euro, appartiene all’imprenditore algherese Massimo Adzovic, che nel Cda è rappresentato da Antonio Carboni, sassarese, agente di commercio.
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