Cagliari-Venezia, l’attesa. Nicola: “Non penso a due anni fa, per noi è una partita nuova”

di Luciano Onnis

Quella di domani a Venezia non sarà per i rossoblù e per i tifosi una partita normale. Più che una sfida, una disfida. In casa Cagliari brucia ancora, e come, la partita di tre campionati fa quando i sardi furono condannati alla retrocessione in serie B nell’ultima partita allo stadio Penzo. Il Venezia era già retrocesso, ai sardi sarebbe bastata un misero punticino per salvarsi. Questo non avvenne per due motivi: i giocatori cagliaritani disputarono una partita indecorosa e i veneziani si impegnarono al massimo pur non avendo ormai più nulla da chiedere alla classifica, che li vedeva già condannati.

Da allora le partite con il Venezia fanno vedere rosso in casa Cagliari, soprattutto in chi allora c’era. Nella consueta conferenza stampa pre gara tenutasi a fine mattinata al Crai Center Sport di Assemini, centro sportivo del Cagliari Calcio, Davide Nicola, allenatore del Cagliari, ha parlato così prima della partenza per Venezia, dove domenica alle ore 15 i rossoblù saranno ospiti degli arancioneroverdi.

QUI E ORA
“Non penso al Venezia-Cagliari di due anni fa. Per noi è una partita nuova e facciamo le valutazioni su questa. Conta la gara che dobbiamo affrontare, non sappiamo cosa otterremo ma sappiamo che daremo il massimo. La squadra mi sta piacendo ma siamo consci anche di avere margini di miglioramento, non dobbiamo accontentarci bensì vivere ogni settimana come se fosse l’ultima. Ogni sfida ti dà l’opportunità di fare dei passi verso l’obiettivo ed è questo che a me interessa”.

LA DECISIONE DEL RITIRO
“Questa squadra non deve ancora dimostrare l’attaccamento che ha per la maglia e per la piazza, sono cose assodate dimostrate dai fatti. Il ritiro anticipato è dettato da un’esigenza dovuta al riposo dopo la trasferta di Torino, col rientro a tarda notte e poco tempo per recuperare e lavorare. Con l’infrasettimanale ne avevamo bisogno ed è stata una decisione libera dei ragazzi, che mi ha fatto piacere perché dimostra ulteriormente quanto ci tengano”.

LA SFIDA DEL PENZO
“Andiamo a Venezia con la consapevolezza che se giocheremo in un certo modo possiamo essere competitivi e concretizzare quello che creiamo. Io ho fiducia cieca in questi ragazzi, li vedo quotidianamente e sono convinto che abbiano i mezzi per lottare e raggiungere l’obiettivo. Noi facciamo sempre il nostro gioco, tutte le squadre moderne pensano in questo modo. Quando un collettivo gioca male a lungo andare perde, e giocare male significa anche non riuscire a concretizzare quello che hai creato. Lo sviluppo del gioco è una cosa che il Cagliari riesce a fare già molto bene, ma in alcuni momenti dobbiamo alzare la nostra qualità. Sappiamo che ci vuole tempo, probabilmente molto tempo, ma siamo sempre molto fiduciosi”.


LOTTA SERRATA
“Nessuna squadra al momento è inferiore ad altre, questo è il campionato più competitivo degli ultimi sette-otto anni in zona salvezza. L’importante è mantenere l’equilibrio a prescindere dalla posizione in classifica che spesso balla tra pochi punti. Il metro arbitrale? Bisogna considerare che le regole sono cambiate negli ultimi anni, così come la velocità del gioco. Per questo alleniamo la gestione dello stato emotivo: il Cagliari è sicuramente una squadra aggressiva, il Venezia riesce a fare densità e sa ripartire. La differenza la fa quanto si riesce a rimanere in partita senza lasciarsi condizionare dagli episodi e dal loro valore emotivo. Dobbiamo saperlo fare senza perdere aggressività, perché poi anche quella fa la differenza”.

LE SCELTE
“Non definisco mai definitiva una scelta tattica o di questo o quel calciatore, ci sono gare dove alcuni giocatori hanno caratteristiche più funzionali di altri. Io voglio un Cagliari che sia qui e ora in qualunque momento della stagione, perché è l’insieme delle partite che poi fa il totale di quello che hai raccolto”. Pertanto, niente modulo e niente formazione annunciati in anticipo. Domani si vedrà.

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