Cagliari in mezzo alla classifica. Equilibrato anche nei gol: nove fatti e undici subiti. Il dodicesimo posto raggiunto dopo la vittoria con il Chievo (qui la cronaca) sistema i rossoblu accanto a un Parma che sembrava dei miracoli. Sopra l’Atalanta che però ormai sembra in ripresa. E in una posizione molto più vicina (due punti) all’Europa che alla zona calda (più sette dalla terzultima, l’Empoli). Una accelerazione frutto delle ultime tre giornate con una media da big: sette punti in tre partite. Come si diceva una volta in perfetta (almeno nel parziale delle ultime tre gare) media inglese. Maran dice che tutta la squadra sta crescendo (leggi qui). Ma è vero che la svolta è stata anche tattica. La decisione che ha fatto la differenza in qualche modo è stata presa quando si è trattato di mandare gli undici in campo per la partita con il Bologna. In un colpo solo, senza spese, Maran si è ritrovato con una nuova seconda punta, Joao Pedro. E un nuovo trequartista, Castro. Il risultato è un po’ sotto gli occhi di tutti: due assist vincenti dell’argentino (uno proprio per Joao Pedro) con il Bologna, un altro (non coronato dalla rete) sempre di Castro e ancora per Joao Pedro con la Fiorentina. E ieri, per completare, il trittico, ancora ex Chievo superstar con grandi giocate (c’è il suo piede nelle occasioni per Joao Pedro e Dessena) e gran gol. C’è ancora qualcosa da rivedere. Ieri la squadra ha ballato negli ultimi dieci minuti dopo aver dominato per quasi tutto il resto della partita. La spiegazione? Maran dice psicologica e fisiologica. Nel senso che a un certo punto della gara è spuntato il “braccino corto” e il Cagliari ha cercato di amministrare anziché continuare a giocare (bene) come aveva fatto prima. E il tecnico dice che nella gestione di queste fasi il Cagliari può ancora migliorare. Il punto di riferimento, probabilmente inarrivabile, del controllo della gara sotto ritmo? La Juventus, proprio l’avversario di sabato prossimo.(ANSA).
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