di Luciano Onnis
Come ormai dolorosa tradizione, per i tifosi del Cagliari mai una gioia sotto l’albero di Natale e nei festeggiamenti del Capodanno. La squadra rossoblù, solita a sprofondare nel mese di dicembre, non ha voluto smentirsi neppure stavolta e da fine novembre ha messo assieme cinque sconfitte consecutive che le sono valse l’eliminazione dalla Coppa Italia (e questo poco male) e il terzultimo posto in classifica, in piena zona B.
Il clima attorno a squadra e società si è surriscaldato, la tifoseria è sul piede di guerra. Il bonus pazienza si è esaurito, fischi e i cori di dissenso della curva Nord, il solo settore caldo della Unipol Domus salottiera, hanno lasciato il segno. Ai giocatori si chiede di tirare fuori i cosiddetti attributi, all’allenatore di dare un volto alla squadra, alla società i rinforzi necessari ad uscire dalle sabbie mobili. Il 2 gennaio apre il mercato invernale “di riparazione”, i tifosi invocano un portiere che dia sicurezza alla difesa e un attaccante che segni. Li vogliono subito, senza aspettare i soldi di fine mercato. Non sarà facile trovare quel che serve. Prima di tutto perché la società non ha soldi da spendere, poi perché l’offerta è poco allettante e si rischia di farsi fare pacchi paurosi.
Ma qualcosa deve essere fatta. In questo frangente si vedranno le capacità del direttore sportivo Bonato e del presidente Giulini. Dovranno però fare in fretta, senza perdere tempo. Fortuna vuole che le avversarie nella lotta per la salvezza stiano aspettando i rossoblù e la classifica sia in coda abbastanza corta. Occorre anche ricordare che i miracoli non si ripetono e che il Cagliari è rimasto in serie A solo per il rotto della cuffia.