Manca ancora l’ufficialità, ma da diversi giorni si sa che il nuovo allenatore del Cagliari è Fabio Pisacane. E’ un po’ il segreto di Pulcinella fin da quando è stato esonerato Davide Nicola, anzi da qualche giorno prima secondo quelli che erano gli umori del presidente Tommaso Giulini quando in cuor suo ha deciso di cambiare la guida della squadra, tipo il dopo partita fra Cagliari e Udinese. Idea che è maturata nel tempo, fin da quando il campionato del Cagliari ha cominciato a dipingersi di delusioni e obiettivi mancati. Vero che quello principale era la permanenza in serie A – ottenuta alla penultima giornata in maniera non senza qualche difficoltà e con poco entusiasmo fra la tifoseria piuttosto scontenta -, ma ci sono diversi altri traguardi prefissati che non sono stati raggiunti da allenatore e squadra, obiettivi che il presidente Giulini ritiene importantissimi e che erano stati messi in conto. Ma è ormai tempo di Pisacane, il libro Cagliari apre un nuovo capitolo.
Scelta giusta, quella abbastanza azzardata del patron rossoblù? Nessuno è in grado di rispondere, chi lo fa adesso è solo per presunzione. Che Pisacane sia l’uomo giusto, lo dirà solo il campo. E il campionato. Però qualche domanda è lecito porsela. Ha il buon Fabio l’esperienza sufficiente per navigare nelle tempeste che certamente non mancheranno nel mare di un campionato in cui la barchetta rossoblù cercherà non affondare? Il carattere di “Pisadog” – come era stato ribattezzato dai tifosi cagliaritani quando giovava e ringhiava minacciosamente contro qualunque avversario gli capitasse a tiro -, lascia ben sperare, così come i suoi primi passi da allenatore alla guida della Primavera rossoblù. Ma sono solo speranze.
Di certo c’è invece che la società gioca al risparmio. I piani non si conoscono e quelli che vengono annunciati hanno un valore relativo. Spesso nullo. Pisacane è l’allenatore scelto personalmente da Giulini tenendo conto del portafoglio, quale squadra gli affiderà è più che mai campata in aria. Intanto, la scelta dell’allenatore napoletano trapiantato a Cagliari “anema e core” sembra debba comportare la fine del rapporto con il direttore sportivo Nereo Bonato, che era decisamente per l’ingaggio dell’ex Torino Vanoli, o comunque un allenatore di esperienza. Giulini ha scelto personalmente un’altra strada e quella fra presidente e DS è destinata a dividersi. Un’altra grossa rogna nel momento in cui servono invece basi solide, competenze, conoscenze e strategie vincenti per il calcio mercato, notoriamente frequentato da vecchi e spregiudicati volponi. Il Cagliari deve cercarsi quindi anche un altro direttore sportivo, e deve farlo subito. A meno che il presidente, come ha fatto per l’allenatore non se lo inventi in casa. E sarebbe un altro grosso punto interrogativo per questo Cagliari in via di ristrutturazione.
L.O