Cagliari Calcio, il portiere c’è ma l’attacco è il settore con priorità assoluta

di Luciano Onnis

Sicuramente una vittoria importantissima, quella di domenica scorsa col Monza, ma non da esaltarsi  più del lecito. Attorno a questo Cagliari  sembrano echeggiare troppi squilli di tromba e  un trionfalismo decisamente fuori luogo. Come se  questo successo  dopo cinque sconfitte consecutive, avesse cancellato di colpo la posizione in classifica e il concetto realistico che il Cagliari che ha sconfitto il Monza ultimo in classifica è lo stesso che le ha prese  due turni precedenti dal penultimo Venezia. Non vorremmo però  essere fraintesi. Nessun disfattismo, ma solo voler stare coi piedi per terra.

Vincere in Brianza è stata una iniezione di fiducia e di entusiasmo ritrovato, ma calma e gesso, come si suol dire. Dai tifosi ai giocatori, dalla società alla stampa amica. Sarebbe meglio per tutti se non si perdesse di vista la realtà. Che il Cagliari sia una squadra con molte lacune, lo sanno tutti: tecniche, caratteriali, strutturali. Problemi che si trascinano da anni e che non consentono di guardare più in là della  lotta per la retrocessione.  Lacune che non saranno colmate, tutt’al più attenuate,  neanche al calcio mercato invernale iniziato il 2 gennaio e aperto fino al 3 febbraio. Il portiere è stato preso subito (Caprile) e sarà in porta già sabato contro il Milan.

Ma il settore che ha priorità assoluta,  è l’attacco. Il presidente Giulini, il direttore sportivo Bonato e l’allenatore Nicola lo sanno. Non sarà facile trovare un bomber (o ancor meglio se due) che affianchi  Roberto Piccoli lì davanti. Le casse societarie non traboccano di risorse finanziarie che consentano di ingaggiare giocatori di livello superiore a quelli già in organico,  poi perché in giro non c’è molto da scegliere. Per poter acquistare,  il Cagliari deve prima vendere per rientrare negli equilibri di mercato.  Purtroppo, alla porta  di Giulini e Bonato non sembra ci sia la fila. I soli a poter ricevere offerte sono Marin e Prati, forse Zappa se è vera la voce – tutta da verificare –   di un interessamento di  Milan e Torino. Ma se dovesse essere sacrificato il ventunenne Prati, capitano e leader della nazionale, sul quale Giulini ha investito 7 milioni, sarebbe una sconfitta per il presidente. Per il resto,  l’elenco dei giocatori in uscita vede Azzi, Wieteska, Lapadula, Kingstone Mutwanda, Jankto. Ma c’è davvero chi li vuole? E quanti soldi porterebbero? Non certamente quanti ne servirebbero per nuovi investimenti capaci di sollevare  il potenziale della squadra.

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